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Pensioni: Ambrogioni (Cida), no ad altri contributi solidarietà

11 maggio 2016 | 12.18
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Giorgio Ambrogioni
Giorgio Ambrogioni

"A Napoli siamo presenti per la prima volta come alleanza delle alte professionalità, di cui fanno parte dirigenti pubblici e privati, magistrati, diplomatici, medici, docenti universitari e giornalisti. E vogliamo ribadire una volta per sempre la nostra più piena opposizione a questi ennesimi, ripetuti tentativi del professor Tito Boeri, presidente dell'Inps, di chiamare queste categorie a contributi di solidarietà". Lo dice a Labitalia Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, prima del convegno "Pensioni: riflessione non ideologica e per il rispetto delle regole", organizzato dalla stessa Cida alla Giornata Nazionale della Previdenza in corso a Napoli.

L'apertura dei lavori è fissata alle 17, parteciperanno Giuseppe Noviello, presidente HFV, Antonietta Mundo, Attuario, coordinatrice Commissione Previdenza Cida, Elisa Petrone, rappresentante Cosmed, Pietro Lonardo, rappresentante Associazione Diplomatici, Gianfranco Polillo, già sottosegretario all’Economia.

"La solidarietà -ribatte Ambrogioni- già la facciamo a sufficienza: i circa 280.000 contribuenti appartenenti alle alte professionalità rappresentano appena lo 0,6% del totale dei contribuenti Irpef ma - con una contribuzione prossima ai 15 miliardi di euro l'anno - concorrono per circa il 10% al gettito complessivo di entrate fiscali".

C'è anche un altro aspetto che non piace assolutamente alla Cida: "Ci additano impropriamente come categorie dalle 'pensioni d'oro' -spiega Ambrogioni- e ci si dimentica di ricordare che siamo già sottoposti a due contributi di solidarietà e agli effetti negativi di 6 blocchi, parziali o totali, perequativi".

Per l'effetto combinato di queste due misure, ricorda Ambrogioni "una pensione di 70.000 euro lordi all'anno, pari a 3.300 euro netti al mese, è tutt'altro che d'oro perchè ha perso dal 1998 a oggi tra il 15 e il 20% del suo potere d'acquisto".

Quindi la Cida ribadisce il suo secco 'no' "a ulteriori interventi punitivi o a ipotesi di ricalcolo contributivo, non solo perchè impossibili come ammesso dallo stesso Inps, ma anche perchè sarebbe un vero e proprio accanimento su uno specifico gruppo di pensionati".

"Detto questo però -sostiene il presidente della Cida- non ci sfugge che il problema della sostenibilità complessiva del nostro welfare è reale ma questo tema va affrontato sapendo che la soluzione non sta in ennesime misure redistributive, fatte nella logica del "tutti più poveri", ma offrendo al mondo delle imprese un sistema Paese che favorisca la crescita con la conseguente offerta di buona occupazione per i giovani, nonché con politiche demografiche".

"In questo quadro -conclude Ambrogioni- guardiamo con favore alle proposte del presidente del consiglio Matteo Renzi, in tema di revisione fiscale, accesso al pensionamento, incentivazione fiscale per la previdenza integrativa a capitalizzazione. Siamo perciò pronti a fare proposte che valorizzino la cultura manageriale".

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