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Pensioni: Loy, revisione regole Fornero primo passo, ora più occupazione

03 gennaio 2018 | 13.34
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Guglielmo Loy, presidente Civ Inps
Guglielmo Loy, presidente Civ Inps

"L'accordo siglato dai sindacati con il governo Gentiloni, che esclude 15 categorie di lavoratori dall'innalzamento dell'età della pensione, è sì un piccolo miracolo. Perché tiene insieme il tema generale della sostenibilità economica del sistema previdenziale con il tema della sostenibilità sociale. E' il primo accordo che rivede le regole troppo rigide della legge Fornero, una legge che non rispecchia il mondo del lavoro, che è molto più articolato". Lo dice a Labitalia Guglielmo Loy, presidente del Civ Inps, commentando quanto scritto oggi dagli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi sul 'Corriere della Sera'.

"Il miracolo di Paolo Gentiloni potrebbe però aver vita breve", scrivono Alesina e Giavazzi, fornendo i dettagli dei costi (140 mld) che avrebbe il congelamento dell'età di pensione ai livelli attuali per tutti i lavoratori. "Non credo -spiega Loy- perché, intanto, con questo accordo si coglie il fatto che la riforma Fornero è una riforma radicale che non tiene conto delle diverse condizioni lavorative delle persone. Chiamiamolo un adeguamento semmai, un passo indietro positivo".

Sulla stima delle cifre poi, dice Loy, che da pochi giorni presiede anche il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, "dipende sempre da come si vedono le cose".

"Alesina e Giavazzi -osserva Loy, che mantiene anche l'incarico di segretario confederale della Uil- fanno una proiezione virtuale ad anni, su di una situazione che speriamo non si avveri. Ossia quella caratterizzata dai dati di oggi, con un tasso di occupazione al 57-58%, composto in parte da un'occupazione fragile".

Il tema vero su cui puntare, avverte il presidente del Civ Inps, "è quello della crescita e dell'aumento dell'occupazione". "Con quell'accordo sulle 15 categorie è stato fatto -commenta- il primo passo verso la sostenibilità sociale. Il secondo passo sarà quello di aumentare gli occupati e rendere stabile il tasso di occupazione".

Su una cosa Loy concorda con l'analisi di Alesina e Giavazzi: "Sul fatto che gli immigrati sono una grande risorsa per il Paese. Il lavoro e i contributi degli immigrati sono importanti anche per il sistema previdenziale e, in un Paese che avrebbe bisogno di 25-26 mln di lavoratori a fronte degli attuali 23 milioni, gli immigrati possono dare un aiuto notevole alla sostenibilità del sistema. Forse questo dovrebbero ricordarlo quelle forze che osteggiano i flussi migratori", conclude.

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