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Professioni: MakIng, ingegneri e grandi opere fondamentali per futuro Italia

28 aprile 2016 | 18.52
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Professioni: MakIng, ingegneri e grandi opere fondamentali per futuro Italia

Infrastrutture e grandi opere sono state i protagonisti assoluti della prima tavola rotonda, tenutasi questo pomeriggio, che ha dato via ai lavori del convegno previsto nell’ambito dell’evento 'MakIng', organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri, per celebrare l’eccellenza dell’ingegneria italiana nel mondo.

Il modulo 'Grandi opere e trasformazioni' è stato condotto da Andrea Pancani, giornalista de La7, e ha visto l’intervento introduttivo del presidente degli ingegneri, Armando Zambrano, che, partendo da una prospettiva storica, ha sottolineato come negli ultimi cinquanta anni nel mondo dell’ingegneria si sia verificata una rivoluzione copernicana. Una velocità di trasformazione che pone seri interrogativi su quale debba essere il futuro dell’ingegneria. Qualunque esso sia, ha detto Zambrano, “il computer non potrà mai sostituire l’uomo in termini di capacità e creatività e gli ingegneri continueranno a recitare un ruolo da protagonisti”.

La tavola rotonda ha vissuto un momento introduttivo grazie all’intervento di Enzo Siviero (Réseau mediterranée des écoles d’ingegnieurs, Rmei) che ha illustrato l’elevato numero di grandi opere che, con realismo ma talvolta anche con spirito visionario, vengono progettate per riunire terre vicine e lontane.

A cominciare dalle opere che in un futuro potrebbero avvicinare ulteriormente i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, come, ad esempio, il ponte di Messina, quello del Mediterraneo tra Tunisia e Sicilia, il tunnel di Gibilterra o il ponte tra Puglia e Albania. Ma anche opere dal fascino esotico come il corridoio africano che parte dal Sudafrica per arrivare sul Mediterraneo o il tunnel sullo stretto di Bering. Progetti che dimostrano come l’ingegneria possa fare molto per eliminare le distanze fisiche e psicologiche tra gli uomini. Il dibattito vero e proprio ha avuto per titolo 'Idee e progetti per il Paese' e ha avuto come protagonisti tre importanti rappresentanti del mondo delle imprese: Giovanni Costa (Rfi Gruppo Ferrovie dello Stato), Fulvio Maria Soccodato (Anas) e Alessandro Zerboni (Enel).

La seconda parte dei lavori, 'Esperienze e visioni', è stata dedicata al racconto di cinque casi di successo nell’ingegneria italiana. Tullia Iori, dell’Università di Tor Vergata di Roma, ha illustrato i suoi progetti sulla storia dell’ingegneria; Edoardo Cosenza, dell’Università Federico II di Napoli, ha descritto le problematiche complesse che ci sono dietro le progettazioni strutturali; Francesco Ossola, del Consorzio Venezia Nuova, ha illustrato il ruolo svolto dalle aziende nel progetto Mose; Antonino Galatà, di Spea Engineering, si è soffermato sui progetti seguiti dalla sua azienda, con particolare riferimento a ponti e gallerie; al pari di Paolo Cremonini, del Gruppo Fagioli, che ha toccato diversi progetti, tra cui il recupero della Costa Concordia.

La chiusura è stata affidata a Sergio Poretti, dell’Università Tor Vergata di Roma, che, nel sottolineare come molti degli intervenuti oggi abbiano fatto riferimento alla storia dell’ingegneria, ha proposto un excursus storico sulla figura dell’ingegnere.

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