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Imprese: Guffanti (Smi), futuro tessile passa da formazione e internazionalizzazione

02 gennaio 2017 | 13.32
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Alessandra Guffanti
Alessandra Guffanti

Un numero maggiore di scuole professionali a supporto delle imprese del Made In Italy del tessile che stanno riportando le produzioni in Italia, più investimenti per far si che esista un Tessuto 4.0 italiano e imprese sempre più internazionalizzate. Sono queste alcune delle proposte su cui punta, in un’intervista a Labitalia, la presidente del Gruppo Giovani di Sistema Moda Italia e vicepresidente del Gruppo Giovani di Assolombarda con delega all'internazionalizzazione, Alessandra Guffanti.

Quarant'anni a gennaio la Guffanti, figlia d'arte e imprenditrice per 'vocazione' (come ama definirsi lei), opera nel settore da più di vent'anni in viaggio costante nel mondo guidando la direzione commerciale, internazionalizzazione e marketing della Tricodor, azienda fondata dal padre Gianfranco nel 1989 che opera sul mercato con il brand Guffanti Concept, una realtà unica nel suo genere in Italia capace di supportare nella strategia dalla produzione, comunicazione e distribuzione in Italia e all estero.

Con più di 120 milioni di euro di fatturato generato negli ultimi 20 anni per i i brand italiani che si sono affidati a Guffanti Concept e un fatturato proprio per il 2016 di 9 milioni di cui più del 45% all'estero, l'azienda, grazie anche ad un team multiculturale fatto di italiani, russi, asiatici e arabi, è stata capace di innovare il mondo della distribuzione internazionale collocandosi come consulente strategico delle aziende a monte delle scelte e non a valle sul modello dei suoi concorrenti francesi e statunitensi.

Un curriculum dunque che le permette di tracciare il ritratto del settore in Italia. "Nei primi nove mesi dell’anno -dice- secondo l’ultima rilevazione del Centro Studi SMI, il fatturato complessivo delle aziende è stato altalenante. A una crescita del primo trimestre del 2,2% rispetto al periodo gennaio-marzo 2015, è seguito un calo del 2% nel trimestre successivo. Un andamento purtroppo confermato nel terzo quarter, con una flessione ulteriore del 2,4%".

"Ha retto meglio -sottolinea- l’abbigliamento moda che, al contrario del tessile, è riuscito a ridurre i danni grazie alle vendite oltre confine, con dinamiche positive sia nel primo che nel terzo trimestre. Nel nostro settore sono strumenti fondamentali la partecipazione alle fiere come Milano Unica per i tessuti e gli eventi di Pitti per la parte fashion. Ogni strategia deve considerare di valorizzare al massimo l'opportunità di confronto e business reale che la fiera può generare e che in Italia trovano gli eventi più importanti a livello mondiale".

"Dobbiamo aumentare -auspica Alessandra Guffanti- il livello complessivo di internazionalizzazione delle nostre imprese, e su questo fronte Smi grazie ad una presidenza di grande spessore come quella di Claudio Marenzi ha fatto tanto e sono importanti l'impegno del Governo e del sottosegretario Scalfarotto, e quello di Sace e Simest che stanno dando un supporto sempre più concreto all'internazionalizzazione".

"Non è un caso -avverte- che l’abbigliamento abbia retto meglio del tessile il trend congiunturale negativo che ha marcato una parte dell’anno. Ha ridotto i danni grazie alle vendite oltre confine, con dinamiche positive sia nel primo che nel terzo trimestre".

Ma il settore è pronto alle sfide dell’Industria 4.0? "Siamo all’inizio della rivoluzione Industria 4.0 -fa notare- ma i segnali che ci arrivano non sono del tutto rassicuranti. Uno studio dell’Istat di inizio novembre sulle imprese italiane ci dice che nel triennio 2012-2014 chi ha svolto attività finalizzata all’introduzione di innovazioni è il 44,6% del totale. Nel triennio precedente, 2010-2012, era stato il 51,9%. Eppure anche quelli erano anni di crisi".

"Ed è bene che -ammette- finalmente, con il Piano Industria 4.0, il Governo, grazie al ministro Calenda, abbia ripreso a promuovere una seria politica industriale. Mancava da anni, ed eravamo praticamente l’unico grande paese d’Europa a presumere di poterne fare a meno". "Il fatturato del tessile-moda italiano -sostiene- è di circa 52 miliardi e 400 milioni, nettamente superiore a quello dei comparti automotive e aerospazio. Diamo un contributo determinante anche sul fronte occupazione. Gli addetti sono più del doppio dell’automotive dunque ci sono le condizioni per promuovere un azione di sistema".

"Dobbiamo, tutti, puntare con più determinazione -ricorda- a modernizzare il nostro sistema. Ancora più incisivamente oggi, che siamo di fronte a una rivoluzione culturale, oltre che industriale, come quella connessa alla integrazione del digitale nei processi produttivi".

"Le aziende -rimarca Guffanti- devono investire del tempo nel rapporto con player tecnologici. Per questo eventi come Decoded Fashion di E-pitti e i convegni sull'e-commerce di Fashion Magazine sono concrete piattaforme di contaminazione e scambio di knowhow. Milano distretto tessile come la chiama l'assessore alle politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca al Comune di Milano Cristina Tajani è in questo contesto il luogo dove interagire subito in tema di innovazione per il tessile per portarlo subito nei territori italiani in cui nasce la nostra produzione".

"La formazione -continua- assieme all innovazione sono le vere sfide italiane per una corretta strategia aziendale. Diciamo che abbiamo dei punti critici, e che se non sciogliamo questi nodi potremmo compromettere le nostre prospettive. La formazione è quello più rilevante, perché è da lì che passa il ricambio generazionale, che riguarda gli imprenditori ma anche, se non soprattutto, le maestranze".

"In Italia gli istituti tecnici dedicati al settore -sottolinea- sono una quarantina. E’ davvero poco, in un’epoca in cui finalmente si avvia a decollare l’alternanza scuola lavoro. Dobbiamo saper costruire una società più vicina al modello tedesco, dove proprio grazie all’interazione tra mondo produttivo e quello della scuola e della formazione professionale, il tasso di disoccupazione giovanile è più basso di oltre la metà rispetto a quello italiano".

"Segnalo -afferma- che molti studenti stranieri capaci che frequenti le più importanti scuole e università del nostro settore difficilmente si fermano dopo gli studi per lavorare nelle nostre pmi. Università e aziende devono collaborare di più per migliorare questa sinergia , questi giovani sono il ponte culturale e operativo con i mercato extra-Ue di cui abbiamo bisogno".

"Per il futuro -auspica Alessandra Guffanti- dobbiamo fare rete, creare network. Sistema Moda Italia ha il progetto di sviluppare Connection, un servizio finalizzato a creare nuove opportunità commerciali per i propri soci. Dobbiamo favorire nelle modalità più efficaci l’aggregazione ma anche la patrimonializzazione e la capitalizzazione delle imprese, con strumenti finanziari alternativi e attraendo investitori italiani ed esteri con strumenti come Elite, l’innovativo progetto lanciato da Borsa Italiana e Confindustria".

"Dobbiamo anche puntare -avverte- su modelli di crescita sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale. Non per limitarci a rincorrere riconoscimenti anche qualificati e prestigiosi in termini di responsabilità sociale, ma per creare valore aggiunto".

"Un’impresa ‘sostenibile’ -chiarisce- ha un plus in termini di attrattività per partner globali come per gli stessi clienti, la cui sensibilità e cultura del consumo è enormemente aumentata in questi ultimi anni".

"L'internazionalizzazione -ricorda- è un'educazione prima che un attività dell'azienda. Per costruire un export strutturato bisogna che l'azienda abbia le caratteristiche di comunicazione e organizzazione adatte. Chiaramente le caratteristiche di un prodotto portano a renderlo più interessante per un mercato rispetto che per un altro, ma bisogna sempre insistere per una diversificazione dei mercati di sbocco".

"Abbiamo visto ad esempio che -aggiunge- brand che basavano il proprio export quasi esclusivamente sull'ex Urss hanno avuto serie difficoltà' negli ultimi 3 anni. Dunque qualunque siano le evoluzioni geopolitiche la buona gestione dell export e del brand è necessario un impegno serio su più mercati con caratteristiche diverse, per creare un portafoglio di rischio calibrato. Gli nuovi scenari dell'ultimo anno confermano questa tesi, un lavoro di costante relazione su più aree anche per brand piccoli è sempre auspicabile".

Facendo un bilancio dei suoi tre anni alla guida del Gruppo Giovani, Alessandra Guffanti dice che "in questi tre anni abbiamo valorizzato le relazioni con imprese significative del tessile italiano presenti nel Paese attraverso quasi trenta iniziative nei distretti di Como, Biella, Milano, Prato, Napoli, Umbria e Puglia a Martina Franca e Lecce che hanno coinvolto imprenditori senior e giovani in attività legate a start up, educazione, sostenibilità e internazionalizzazione".

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