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Brexit: Consulente di carriera, spazio per italiani, ma più apertura a cambiamento

30 marzo 2017 | 13.17
LETTURA: 4 minuti

Brexit: Consulente di carriera, spazio per italiani, ma più apertura a cambiamento

La Brexit? E' troppo presto per valutarne gli effetti, ma non chiuderà le porte della Gran Bretagna agli italiani, a patto che siano più flessibili e disponibili al cambiamento nel mercato del lavoro. E' l'opinione di Giulia Moretto, italiana da oltre 10 anni in Oltremanica, e che in Gran Bretagna è consulente di carriera e motivatrice al cambiamento, specie per i tanti italiani che si approcciano al mercato del lavoro inglese.

"Sono arrivata in Gran Bretagna nel 2007 -racconta a Labitalia Giulia Moretto- per motivi personali: mio marito, dopo un'esperienza imprenditoriale di tre anni a Torino, aveva deciso di rientrare in Gran Bretagna, dove aveva già lavorato e vissuto. E io ho deciso di seguirlo, lasciando il mio posto di coordinatrice di due uffici di distribuzione di prodotti biologici. Appena arrivata a Londra, dopo due mesi, ottenni in un'azienda il ruolo di responsabile delle relazioni con i clienti finanziari: fu un salto immediato e notevole".

Sei anni fa una nuova svolta. "Poi nel 2011 -spiega- dopo la nascita di mia figlia ho deciso di lasciare il mondo del corporate e mi sono dimessa dal mio incarico. A fine 2011-inizio 2012 mi sono quindi reinventata e oggi sono una libera professionista, e con la mia azienda 'Careerstepup' (www.careerstepup.co.uk) mi occupo appunto di supportare chi intende rivedere il proprio percorso professionale alla luce delle caratteristiche del mercato del lavoro inglese".

"Tecnicamente -spiega- il mio rapporto con i clienti è virtuale, nel senso che se non capitano a Londra, o io capito in Italia, il nostro rapporto si svolge via Skype o via e-mail, con reciproca soddisfazione, nonostante quelle che a volta possono essere delle diffidenze iniziali. Sono una consulente di carriera e motivatrice al cambiamento, specializzata sui profili dirigenziali e sul mercato del lavoro britannico. In pratica, mi confronto e aiuto chi intende cambiare e modificare la propria professionalità, anche a 360 gradi".

"Il cambiamento -aggiunge- va affrontato in modo diverso, non distruttivo, ma come un'occasione di crescita e miglioramento. L'importante è rendersi coscienti di se stessi e di quello che si può fare, con le proprie professionalità, nel mercato del lavoro di questo Paese".

Ma cosa cambierà con la Brexit? "E' difficile dire ora -risponde- che cosa cambierà, ma posso avere certamente delle intuizioni e guardo comunque con occhio positivo al futuro".

"Certamente -racconta- già dalla fine dello scorso anno c'è stato un rallentamento delle richieste nei miei confronti da parte di profili dirigenziali dall'Italia. Ma questo me l'aspettavo, perché chi svolge funzioni di questo tipo in Italia decide di partire verso la Gran Bretagna con una certa progettualità strutturata e certamente questa incertezza legata alla Brexit frena questo aspetto".

"Allo stesso tempo -spiega- sono aumentate le richieste dei servizi da parte di italiani che già vivono in Gran Bretagna, e questo perché nel mercato del lavoro britannico c'è stato effettivamente un rallentamento nella richiesta di lavoratori europei. Io, comunque, mi aspetto effetti positivi dalla Brexit in termini di rilievo internazionale e di apertura al mondo".

"Io -conclude Moretto- mi sento un 'ponte' tra una nazione e un'altra, sono italiana ma sono anche naturalizzata 'british' da qualche anno. Se vedo in una persona anche delle 'briciole' di cambiamento, spingo le persone a seguirle. Il cambiamento è fondamentale, e forse quello che ci manca in Italia è proprio la poca propensione al cambiamento, una certa flessibilità nel seguirlo".

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