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Terremoto: Conaf presenta mappa gestione disastri, ridisegnare paesaggio

05 luglio 2017 | 16.08
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Terremoto: Conaf presenta mappa gestione disastri, ridisegnare paesaggio

La gestione degli eventi straordinari, quali terremoti, alluvioni, valanghe, passa attraverso la programmazione agricola e forestale. Tanto più nei territori dell'Appenino centrale. Ne sono convinti i dottori agronomi e forestali italiani che presentano il loro studio a Perugia, davanti ai sindaci dei Comuni del cratere di Umbria, Lazio e Marche, ai rappresentanti regionali e davanti al ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, nell'ambito del XVI Congresso Conaf, che si è aperto oggi.

Al dibattito inaugurale partecipano Andrea Sisti, presidente Conaf e Waa; Maurizio Martina, ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; Antonio Vallesi, sindaco di Smerillo; Nicola Alemanno, sindaco di Norcia; Pietro Bellini, sindaco di Preci; Pietro Quaresimale, sindaco di Campli; Catiuscia Marini, presidente Regione Umbria; Franco Moriconi, rettore Università degli studi di Perugia; esperti e professionisti.

La categoria, infatti, evidenzia una serie di buone prassi gestionali atte a definire un maggiore livello di protezione, a ridurre il rischio provocato dalle catastrofi incrementando le azioni di manutenzione territoriale e di pianificazione sia per le fasi di prevenzione che per l'emergenza partendo dall’azienda agricola come “cellula fondamentale” di composizione di un territorio. È questo il concetto interessante, per gli agronomi, e che cambia l'approccio adottato fino ad oggi.

Dagli studi di agronomi e forestali emerge una struttura dell'Appennino centrale in generale e dei luoghi colpiti dal sisma iniziato il 24 agosto 2016 che presenta delle caratteristiche che, se censite e messe a sistema con la programmazione regionale e nazionale, consente una gestione efficace e una prevenzione reale delle catastrofi. Tra i punti principali, c'è la costruzione di banche dati certe e aggiornabili, condivise fra tutti i soggetti competenti e accessibili di parte dei soggetti economici e della popolazione, che portino a Carte della vulnerabilità dei territori, utili per valutare le situazioni prima e dopo l’evento, con riguardo a ipotesi alternative di ricostruzione e sviluppo formulate dalla comunità locale, in modo da progettare riducendo rischi esistenti e futuri condividendo i margini di incertezza e le responsabilità.

Ancora, la definizione di criteri per valutare ex ante e in itinere gli effetti sul rischio di tutte le azioni di governo del territorio, con riferimento alle varie politiche (urbanistiche, edilizie, agricole, energetiche, infrastrutturali) e ai diversi contesti (area vasta, territori rurali, morfologie, siti specifici, luoghi urbani, aggregati edilizi), ove si determinano le differenze degli impatti.

Inoltre, la piena integrazione nella pianificazione delle analisi di rischio e dei progetti di prevenzione, di gestione e riassorbimento delle pericolosità, per riorganizzazioni spaziali e funzionali dei sistemi urbani in chiave di maggior resilienza. Quindi, l’individuazione di incentivi fiscali e urbanistici selettivi a supporto di politiche integrate, che riguardano le opere di scala edilizia, urbana, territoriale. L’inserimento dei parametri della sicurezza e della prevenzione nella valutazione dei progetti pubblici e privati per la loro ammissibilità e per l’allocazione delle risorse.

La richiesta che arriva alla politica è quella di una serie di azioni supplementari e un approccio integrato alla gestione del rischio di catastrofi, che colleghi le attività di prevenzione dei rischi, pianificazione territoriale e capacità professionale. Il Conaf, assieme alle Rete delle professioni tecniche, ha intrapreso varie iniziative concrete al fine di definire delle regole comuni per tutti i territori colpiti che siano in grado di individuare i contenuti minimi delle prestazioni professionali e classificare la tipologia degli interventi di ripristino, ricostruzione e recupero di opere private e pubbliche.

Conaf e Rpt propongono, ad esempio, di monitorare i fenomeni naturali attraverso il catasto dei fabbricati, dei boschi, dei suoli e delle aree sondabili, al fine di prevenire il rischio sismico attraverso una conoscenza approfondita della stabilità del fabbricato (rendendo obbligatorio il Fascicolo del fabbricato) e del contesto nel quale l’edificio viene inserito, attraverso strumenti per il monitoraggio dei fenomeni naturali.

Queste sono solo alcune delle proposte del Conaf dopo l’annuncio delle iniziative da parte del governo a seguito del terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia. Il Conaf ha manifestato pieno appoggio all’impegno assunto dal governo di avviare subito un Piano di prevenzione del rischio sismico che interessa l’intero Paese.

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