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Professioni: il regista, coraggio ingrediente fondamentale per un artista

20 settembre 2017 | 14.31
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Tony Gangitano
Tony Gangitano

"Il coraggio deve obbligatoriamente essere un requisito fondamentale nella composizione mista di ingredienti di un artista. Perché è di coraggio che probabilmente ci si sfama, quando tutto sembra remare nel verso contrario e le difficoltà tendono dispettosamente ad innalzarsi come un muro micidiale di acqua". Lo dice, in un'intervista a Labitalia, l'attore e regista siciliano, Tony Gangitano, in occasione della presentazione del suo ultimo film 'Un santo senza parole'.

"Coraggio -sottolinea- che non è ostinazione ingenua o superficiale, del tutto scevra dalle necessarie riflessioni, ma che è soprattutto voglia di guardarsi dentro e capire perché si avverta quel solletico che non vuole saperne di smettere".

"Sono spesso costretto ad allontanarmi dalla Sicilia, la mia terra, per lavoro, ma le mie radici -ammette- sono e restano qui: non a caso, quando sono fuori per un progetto, faccio di tutto per riportarlo e presentarlo anche qui. La Sicilia è una terra vessata da tanti problemi, ma è una terra generosa, che ci ha dato la vita e non si può additare un territorio per colpe che appartengono e di cui sono responsabili gli uomini. La nostra terra va difesa ed esaltata".

"La mia vita -sottolinea- era destinata al palco: ho cominciato cantando e sentivo dentro di me di possedere una marcia in più. Ho avuto la soddisfazione di presentare un dialogo a uno stage in cui, nella giuria, c’erano gli attori Claudio Gioè e Vincent Riotta e ho vinto, così ho deciso di dedicarmi al cinema. Il regista Salvatore Bonaffini mi ha scelto per il film 'Pagate Fratelli' e ho avuto l’onore di ottenere una figurazione speciale in War Story accanto all’attrice Catherine Keener".

"Il film uscito in Gran Bretagna arriverà anche da noi, e poi ho partecipato come attore in tanti film da cinema e tv, l'ultimo dove il mio ruolo è quello di un capitano dei carabinieri dal titolo 'Il buonista' di Salvo Grasso che uscirà al cinema nel 2018", ricorda.

"Ho iniziato molto tardi la mia carriera -ammette- rispetto alla norma, nel 2005, ma nel giro di 12 anni è cambiato tutto. Certo, ci sono stati dei momenti difficili, in cui magari mi sono scoraggiato ma poi, come se fosse un segno del destino, arrivava subito una smentita, accadeva qualcosa che mi riportava dentro questo mondo. E lo farò per sempre. Le difficoltà ci sono state per il mio ultimo film soprattutto per la reperibilità dei fondi, ma non mi sono arreso ed i risultati sono stati eccezionali".

"Tornando indietro -chiarisce- forse ripartirei prima, almeno 20 anni prima. Probabilmente per riuscirci avrei dovuto avere qualcuno accanto che mi spronasse e che, appunto, credesse in me. Per il resto non rinnego nulla di ciò che ho fatto, magari sorrido davanti a qualche lavoro non eccellente, ma non lo rinnego, assolutamente".

"E' pronto -assicura- un nuovo corto sulla violenza ai minori dal titolo 'Gli occhi di Monique', girato interamente nella mia città (Caltanissetta) con molti ragazzi del posto e con la partecipazione straordinaria dell'attore italo-inglese Vincent Riotta, presto inizierò un nuovo film con una stretta collaborazione tutta americana di cui per il momento non voglio svelare nulla".

"Per il resto -ricorda- mi rimangono sempre in mente le parole del grande Marlon Brando 'per fare questo mestiere bisogna innanzitutto credere in se stessi'".

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