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Equo compenso, dal Pd alla Lega: "Facciamolo subito"

30 novembre 2017 | 14.00
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Equo compenso, dal Pd alla Lega:

Sostenere il percorso del provvedimento sull’equo compenso in Parlamento, tutti insieme, senza mettere ‘bandierine’ di meriti. E' la posizione unanime delle forze politiche intervenute alla manifestazione di Cup e Rpt sull’equo compenso per i professionisti oggi a Roma. Per Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera, “questa dell’equo compenso è una battaglia per il Paese perché se passa il concetto di lavoro gratuito si mette a rischio un concetto fondamentale per il Paese: oggi è toccato a voi, dopo a chi toccherà?". "E le professioni - assicura - sono garanzia per consumatori e imprese. Ai colleghi qui presenti dico: promettiamo quello che si può fare e facciamolo subito, ne va del bene non solo delle professioni ma dell’intero Paese”.

Per il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, “il lavoro non è merce e questo vale anche per le professioni". "Modificheremo il testo della norma sull’equo compenso - annuncia -scrivendo ‘in base ai parametri’ e mettendo bene in evidenza il rapporto con la Pa”. E sul richiamo dell’Antitrust, aggiunge: “Non si sta tornando a tariffe ma si tratta di un compenso proporzionale all’attività svolta. E' un passo avanti, non un ritorno al passato”.

Secondo il deputato Stefano Fassina, quella dell’equo compenso è una delle “battaglie che guardano al futuro del Paese, che non ha futuro se le professioni sono trattate come lo sono state in questi anni". "Qualcuno crede - dice - che la concorrenza si debba fare sulla pelle delle persone che lavorano, e in questo caso delle professioni. Con l’equo compenso sono state create condizioni minime del lavoro; si deve andare avanti in un interesse generale senza mettere bandierine dei diversi partiti, puntando nella prossima legislatura a costruire altro”.

Secondo Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, sul testo dell’equo compenso ancora si deve fare qualcosa: “Il testo di legge è pasticciato. Serve un atto interpretativo che faccia chiarezza sul fatto che l’equo compenso si applichi a tutte le professioni, a tutte le imprese, a tutti i committenti. Per le professioni non ordinistiche che non hanno parametri ci possiamo basare sugli usi”.

Per Andrea Mandelli, professionista e senatore di Forza Italia, “noi oggi dobbiamo essere determinati per dire alcune cose: innanzitutto non siamo evasori fiscali". "Noi abbiamo voluto allargare l’equo compenso per tutti. Si deve ripartire dai professionisti, i corpi intermedi hanno valore: sono presente, passato e futuro del Paese”, sottolinea.

Per Chiara Gribaudo, responsabile lavoro del Pd, “è importante avere raggiunto questa sinergia; si deve continuare uniti, dopo che questo governo e il Parlamento sono riusciti a portare a casa questo risultato sull’equo compenso”. Secondo Davide Crippa, del Movimento 5 stelle, “è importante l'unione raggiunta oggi dalle professioni: è importante una posizione unitaria su questo tema dopo anni in cui la politica ha cercato di dividere le professioni”.

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