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Scioperi: Confsal Unsa, serve correttezza su fatti Pompei

27 luglio 2015 | 14.13
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Massimo Battaglia
Massimo Battaglia

"Chiediamo" al governo Renzi e al ministro dei Beni Culturali Franceschini "innanzitutto una correttezza intellettuale e morale nel ricostruire i fatti che hanno portato alla fila per l’accesso al sito di Pompei nei giorni scorsi e di non strumentalizzare l’esercizio delle libertà sindacali: quello che viene chiamato scandalo non è altro che un’assemblea richiesta da 3 organizzazioni sindacali e regolarmente autorizzata dal sopraintendente". Così Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-Unsa, in relazione all’assemblea sindacale del personale nel sito archeologico di Pompei, finita sotto i riflettori mediatici.

"Mi chiedo -continua Battaglia- dove sia lo scandalo e dove inizi invece l’ennesimo deliberato attacco alle libertà sindacali. Spero non sia una mossa per arrivare a un'altra legge che limiti l’azione sindacale", nota Battaglia, che ricorda al governo come "la sentenza della Corte costituzionale del 23 luglio 2015 n. 178 garantisce l’attività sindacale quale tutela dei diritti collettivi e individuali dei lavoratori e la sua compressione è stata giudicata incostituzionale".

"Concordo sul fatto -afferma Battaglia- che vanno tenute in conto le legittime esigenze di milioni di turisti e per questo va ricordato che a Pompei l’accesso non è stato chiuso, ma solo rallentato".

"Così come è giusto -sottolinea ancora il dirigente sindacale- anche difendere il diritto dei lavoratori di continuare a lanciare il loro grido di allarme dal territorio sullo stato di degrado nella gestione dei beni culturali italiani, ove ci sono responsabilità politiche".

"Invece di attaccare come sempre i diritti sindacali correttamente richiesti ed esercitati -dichiara il segretario generale- il governo e il ministro dovrebbero prioritariamente farsi un esame di coscienza e rinforzare gli organici del personale senza continuare a demandare a ben pagate società esterne la gestione di parte dei servizi connessi al nostro patrimonio culturale".

"Per salvare i nostri Beni culturali -conclude Battaglia- bisogna partire dalla re-internalizzazione dei servizi, cosa che produrrebbe immediati forti risparmi per le casse dello Stato, così da permettere l’assunzione di personale e di dare risposta al problema occupazionale che colpisce giovani altamente qualificati".

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