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Contratti: 140 euro aumento in piattaforma settore elettrico

29 luglio 2015 | 17.13
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Contratti: 140 euro aumento in piattaforma settore elettrico

Via libera all'ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto del settore elettrico (circa 60.000 i lavoratori interessati) in scadenza il 31 dicembre 2015. La richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 1 gennaio 2016 - 31 dicembre 2018 è di 140 euro. Si tratta, dicono Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, che hanno varato la piattaforma, di “una richiesta coerente che deve garantire, tenuto conto degli andamenti economici, la difesa del potere di acquisto del salario attraverso l'incremento dei minimi, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative”.

Ora l'ultima parola spetta alle assemblee dei lavoratori. L'avvio delle trattative con le associazioni imprenditoriali di riferimento (Assoelettrica-Confindustria, Utilitalia, Energia Concorrente, Enel, Gse, Sogin, Terna) è previsto alla fine di settembre.

Vera novità, per rispondere alle criticità occupazionali, è rappresentata dalla richiesta di riunificazione della filiera, estendendo le tutele dei lavoratori in appalto, dei settori delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica.

Quanto alle relazioni industriali, il modello dovrà evolvere in senso realmente partecipativo e bilaterale, attraverso la valorizzazione del ruolo della contrattazione aziendale, delle Rsu e - nelle aziende a dimensione sovranazionale - andando oltre i Comitati aziendali europei (Cae) per considerare i perimetri delle imprese.

Sul versante del welfare contrattuale i sindacati chiedono l'unificazione dei Fondi di previdenza complementare (attualmente tre, 'Fopen', 'Pegaso' e 'Fiprem') e la confluenza in un unico Fondo integrativo sanitario.

Infine, sul mercato del lavoro e la tutela dell'occupazione “non ci convincono - commentano Emilio Miceli, Carlo De Masi, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali di Filctem, Flaei, Uiltec - le scelte operate dal governo Renzi in materia". "Per questo -aggiungono- chiediamo alle imprese che per i nuovi assunti a tempo indeterminato si attivino modalità di maggiori tutele occupazionali, con la conferma sia del divieto di licenziare senza giusta causa e sia dei codici disciplinari”.

Ma resta tutta intera la spada di Damocle dell'allarme lavoro, in particolare nel comparto termoelettrico (circa 10.000 addetti) dove la crisi ha colpito duro, vuoi per il calo dei consumi, il surplus di energia dovuto alle fonti rinnovabili, e vuoi per la mancata pianificazione energetica: la stima è di 49 centrali e siti a rischio chiusura con 2.900 lavoratori diretti coinvolti e altrettanti nell'indotto, che porterebbe il comparto alla totale asfissia. “Siamo al collasso, non c'è più tempo da perdere, se ne è perso fin troppo: ci aspettiamo -proseguono i tre segretari generali- una convocazione urgente del governo, in caso contrario, reagiremo aprendo una stagione di forte vertenzialità”.

“Vorremmo ricordare -insistono i leader sindacali - che da tempo abbiamo avanzato proposte concrete, prima fra tutte un vero e proprio piano di emergenza che ipotizza una 'cabina di regia' e la indispensabile riapertura del tavolo permanente (presidenza del Consiglio, ministeri interessati, parti sociali) per definire comunemente una strategia volta a rilanciare il mercato elettrico italiano, dare stabilità e certezze a un asset strategico per i cittadini e per la politica industriale del Paese, contenere i costi dell'energia elettrica, garantire lavoro e occupazione diretta e dell'indotto, riprendere ad investire per il miglioramento della rete”.

“Il paese deve poter avere -concludono i leader sindacali - una strategia energetica più coerente e deve saper utilizzare questo enorme surplus di energia attraverso un forte processo di diversificazione utile per ammodernare l'Italia”.

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