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Pa: Confsal Unsa a Renzi, no ad elemosine, restituiamo 5 euro aumento

06 novembre 2015 | 15.17
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Il leader della Confsal Unsa Massimo Battaglia nel corso dell'assemblea di oggi
Il leader della Confsal Unsa Massimo Battaglia nel corso dell'assemblea di oggi

Un bel 'pacchetto' di assegni non trasferibili da 5 euro. Per il premier Matteo Renzi. E' la protesta, con cartoncini a forma di assegni, messa in scena oggi dalla Confsal Unsa a Roma in occasione di un'assemblea cittadina dei lavoratori dei ministeri. Il sindacato di categoria dei lavoratori del pubblico impiego contesta così le risorse messe in campo dal governo nella legge di stabilità per il pubblico impiego, che, secondo i calcoli dell'Unsa, si tradurrebbero, appunto, in 5 euro in più in busta paga per ogni singolo lavoratore pubblico. Un atto contro il quale l'Unsa ha già annunciato lo sciopero del pubblico impiego per il prossimo 4 dicembre.

Secondo l'Unsa, i 5 euro sono "un'elemosina" da respingere al mittente, dopo la sentenza della Consulta che, in merito a un ricorso presentato proprio dall'Unsa, ha stabilito lo sblocco dei contratti della Pa. E ad arringare dal palco lavoratori dei ministeri della Giustizia e dell'Interno, dell'Economia e dei Beni culturali, è salito Massimo Battaglia, segretario generale della Confsal Unsa.

"Questa -spiega a Labitalia Battaglia- è una giornata importante per noi. Il popolo romano, i lavoratori dei ministeri oggi restituiscono al premier Renzi i 5 euro che sono nella legge di stabilità. Oggi è una giornata di rabbia, di orgoglio e soprattutto di rispetto per il lavoratore pubblico. Questo è il messaggio che lanciamo al governo e al presidente Renzi. Ma anche al Parlamento, e speriamo che venga accolto dalle forze politiche perchè questa è gente onesta, che lavora tutti i giorni e sopravvive con 1.300 euro".

Lavoratori, insiste Battaglia, che vogliono dare il loro contributo per una pubblica amministrazione migliore. "Non possiamo essere buttati -rincara la dose- nel cassetto dell'immondizia: abbiamo la nostra storia, la nostra professionalità, che va rispettata e anche proiettata nel futuro. Vogliamo un'amministrazione che ci faccia partecipare al cambiamento".

E l'Unsa non vede niente di tutto ciò negli atti del governo. "Nella legge di stabilità e nei 249 milioni destinati ai ministeri e alla scuola, e nei 74 destinati alle forze di polizia, c'è un atto vergognoso di questo governo. I lavoratori del pubblico impiego risponderanno con lo sciopero già indetto per il 4 dicembre dalla nostra federazione e mi auguro che ci siano anche le altre forze sindacali unite contro un governo arrogante e prepotente".

"Credo che sia -conclude un'umiliazione per il lavoro e il lavoratore pubblico. Questo il messaggio per il governo da parte nostra".

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