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Sindacato: Sappe, Donato Capece confermato segretario generale

19 gennaio 2016 | 17.45
LETTURA: 3 minuti

da sx: Marinucci, Martinelli, De Blasis, Vitale, Capece, Durante
da sx: Marinucci, Martinelli, De Blasis, Vitale, Capece, Durante

Gli oltre 100 delegati nazionali del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, riuniti a Napoli per il VI congresso, hanno confermato all’unanimità Donato Capece quale segretario generale del primo sindacato dei baschi azzurri. Confermati anche i segretari generali aggiunti Gianni de Blasis, Giovanni Battista Durante, Umberto Vitale e Roberto Martinelli e il presidente del Sappe, Franco Marinucci.

“Questa nuova conferma -dice Capece- mi lusinga e mi stimola a potenziare, insieme con i miei più stretti collaboratori, ogni sforzo per rivendicare l’importante ruolo sociale della Polizia Penitenziaria e per pretendere che ad essa venga riconosciuta dalle istituzioni ogni attenzione necessaria".

“Il nostro appello ai vertici dell’amministrazione penitenziaria e al ministro guardasigilli -sostiene- è quello di continuare a stare vicini alle donne e agli uomini della polizia penitenziaria. Le carceri sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri".

"Altro che la vigilanza dinamica -afferma Capece- che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza”.

“Da tempo noi del Sappe -ricorda- che rappresentiamo le donne e gli uomini del corpo di polizia penitenziaria impegnati 24 ore al giorno nella prima linea dei padiglioni e delle sezioni detentive delle oltre 200 carceri italiane, sollecitiamo le autorità competenti affinché si avvii nel nostro amato Paese una indispensabile e decisa inversione di tendenza sui modelli che caratterizzano la detenzione, modificando radicalmente le condizioni di vita dei ristretti e offrendo loro reali opportunità di recupero attraverso un potenziamento nell’area penale esterna e l’affidamento di lavori di pubblica utilità".

"Garantendo, nel contempo, ai poliziotti penitenziari -auspica- più sicure e meno stressanti condizioni di lavoro, tenuto conto che le tensioni connesse alla detenzione determinano quotidianamente moltissimi eventi critici nelle carceri, atti di autolesionismo, tentati suicidi, risse, colluttazioni, che se non fosse per il nostro decisivo e risolutivo intervento avrebbero più gravi conseguenze”.

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