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Eni: Pirani (Uiltec), pronta lettera a Renzi e Guidi per chiedere incontro

10 febbraio 2016 | 16.54
LETTURA: 3 minuti

(Video)

Paolo Pirani, segretario generale Uiltec
Paolo Pirani, segretario generale Uiltec

"Noi chiediamo al governo di prendere una posizione chiara" sulla vendita di Versalis da parte di Eni al fondo Sk Capital, "ma ancora non l'ha fatto, ancora tace: abbiamo coinvolto le istituzioni locali a tutti i livelli e oggi partirà una lettera alla presidenza del Consiglio chiedendo un incontro al premier, e al ministro Guidi, su questo tema". Così Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec-Uil, intervistato da Labitalia, sulla vertenza che vede impegnato il sindacato, insieme a Filctem Cgil e Femca Cisl, contro la trattativa tra Eni e il fondo americano sugli stabilimenti italiani del cane a sei zampe (video).

Oggi i sindacati hanno riunito a Roma i delegati sindacali di tutto il Gruppo. "Il 19 febbraio -spiega Pirani- faremo uno sciopero generale di tutto il gruppo con manifestazione a Roma, ma non ci fermeremo qui. Intendiamo coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli, e deve essere chiaro che non cederemo gli stabilimenti italiani a un compratore primo venuto".

Per Pirani, in Eni "i problemi sono molti". "Oggi vi è un elemento di attualità, che è il tentativo di svendita della chimica Eni. La cessione del 70% di Versalis che è la società Eni che si occupa di chimica, che ha stabilimenti in quasi tutte le regioni italiane, 250 brevetti, 4 centri di ricerca, con oltre 6mila dipendenti", ricorda.

"La si vuole cedere -sottolinea ancora Pirani- a un fondo americano, Sk Capital, che a nostro giudizio non dà nessuna garanzia di prospettiva, che rischierebbe di indebitare questa società per l'acquisto della stessa, facendo un'operazione di leva, come si dice, per cui i profitti serviranno a pagare l'acquisto degli impianti stessi".

Diversa la visione del sindacato. "Noi vogliamo, invece, che la chimica rimanga saldamente in mano italiana -continua Pirani- perchè sta attraversando un periodo molto delicato di passaggio tra la chimica tradizionale, quella di base, verso la cosidetta chimica verde. I prodotti nuovi e quindi quello che in prospettiva sarà il nuovo mercato della chimica. Per fare questo, occorrono degli indirizzi di politica industriale e investimenti che non possono arrivare da un fondo finanziario come Sk Capital".

Quella della chimica, attacca Pirani, "segue altre dismissioni da parte di Eni". "Penso in particolare a Saipem -dice- sulla quale era stato detto che non sarebbero stati toccati gli organici italiani ma noi temiamo di trovarci nei prossimi giorni con una richiesta di prepensionamenti. In realtà, è tutto il gruppo Eni -conclude il leader sindacale- che viene messo in discussione, la sua presenza in Italia, la sua trasformazione in una compagnia internazionale che compra e vende idrocarburi perdendo le basi industriali italiane. E questo non va bene, non solo ai lavoratori ma non va bene al nostro Paese".

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