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Fisco: Confsal Salfi, convenzioni Agenzie velleitarie, resta gap con contribuenti

04 agosto 2016 | 14.38
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Fisco: Confsal Salfi, convenzioni Agenzie velleitarie, resta gap con contribuenti

"Il divario fra contribuenti e Agenzie fiscali, profondo e pregno di rabbia e disistima per una pressione fiscale abnorme e per una normativa fiscale vessatoria, non può essere eliminato con la scrittura di una convenzione triennale, laddove le convenzioni, oggi, appaiono, più di ieri, velleitarie: nessun dialogo, possibile e immaginabile, tra contribuenti e Agenzie fiscali, potrà eliminare l’esistente alta tassazione e la bassissima compliance". Così Sebastiano Callipo, segretario generale del Confsal Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, ribadisce il 'no' alle convenzioni tra Mef e Agenzie fiscali.

"Ciò che serve, e che non esiste ancora, è una legittimazione sociale delle Agenzie fiscali - sostiene - e un patto sociale diffuso fra i vari stakeholders, caste e politica, e un difficilissimo tentativo, che manca, di coniugare la creazione necessaria di una trasparente collaborazione tra Fisco e contribuenti, e la pur necessaria, feroce, lotta all’evasione fiscale, che dovrà garantire, anche quest’anno, almeno 15 miliardi di incassi".

Callipo ritiene altresì "velleitario ipotizzare che l’Agenzia fiscale, in veste consulenziale, sostenga il contribuente nel pagamento spontaneo delle tasse, utilizzando, peraltro, la strategia che fa precedere alla repressione la prevenzione, se, ogni anno, l’asticella degli incassi, imposta dal governo alle Agenzie aumenta, così come la complessiva performance richiesta alle strutture, ignorando lo stato di 'necrosi generale' in cui versano, per un trattamento a dir poco 'contraddittorio' sul personale, in termini sia contrattuali, sia premiali".

Il Confsal Salfi, incalza il segretario generale, ritiene che le convenzioni "non sono certamente idonee a garantire al personale delle Agenzie fiscali percorsi professionali degni di questo nome e retribuzioni in linea con gli obblighi contrattuali e con i precetti costituzionali".

"Il progetto governativo di introdurre un restyling al modus operandi delle Agenzie fiscali - avverte Callipo - difetta di due elementi fondamentali, che ne minano la credibilità e ne connotano la sua oggettiva velleità: carenza di investimenti sulle strutture e carenza di finanziamenti sul personale per motivare e premiare il medesimo, ma soprattutto esigenze ineludibili di recuperare, comunque, 15 miliardi, che i contribuenti, volenti o nolenti, dovranno cedere alle casse dell’Erario".

"Occorrerà, quindi, per migliorare la tax compliance, per ridurre il tax gap, per implementare il livello di collaborazione e diminuire la conflittualità e, quindi, preservare il rapporto con il contribuente, porre mano alla normativa tributaria, riconoscendo alle Agenzie fiscali anche, in sede applicativa, una piena discrezionalità tecnica, comprensiva della fase interpretativa", conclude.

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