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Contratti: Pirani (Uiltec), a settembre svolta su rinnovi o mobilitazione

04 agosto 2016 | 13.21
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Paolo Pirani, segretario generale Uiltec
Paolo Pirani, segretario generale Uiltec

"Solo nel nostro settore di competenza, sono circa 600-700mila i lavoratori che ancora attendono il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Se a settembre alla ripresa del confronto non ci sarà una svolta positiva, dovremo pensare a una mobilitazione". E' chiaro Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, che con Labitalia fa il punto, prima della pausa estiva, sugli impegni che attendono il sindacato di categoria alla ripresa di settembre.

"Abbiamo tavoli di confronto aperti -spiega Pirani- per i rinnovi dei contratti dei lavoratori del tessile, di energia-petrolio, gas-acqua ed elettrico. Il problema principale che stiamo affrontando, non solo nei nostri settori ma anche negli altri, è relativo alle politiche salariali: Confindustria non vuole concedere aumenti salariali, se non in misura molto ridotta".

Un atteggiamento che, secondo Pirani, non porterà nulla di buono. "Gli aumenti salariali a nostro parere -sottolinea- sono necessari per i lavoratori ma anche per il Paese, perchè servirebbero ad aumentare la domanda interna, che è quella che sostiene principalmente la nostra economia. E ne trarrebbero vantaggi anche le imprese che avrebbero i fondi necessari a investire in tecnologia e innovazione, come prevede l'Industria 4.0 che domani sarà presentata dal ministro Calenda".

E Pirani ha messo in evidenza anche le crisi che stanno attraversando i diversi settori industriali. "Solo nel termoelettrico -spiega- sono migliaia i posti di lavoro a rischio per la crisi del settore. E tanti altri sono in bilico negli altri settori di competenza, come ad esempio il tessile, specie al Sud dove ci sono intere regioni, come la Sardegna, che rischiano la completa deindustrializzazione. Per questo, serve un piano industriale del governo".

Sul termoelettrico, spiega Pirani, "ieri abbiamo ricevuto la rassicurazione dal viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova, che a settembre sarà aperto un confronto come da noi richiesto, e condiviso anche dalle imprese: abbiamo chiesto che venga anche dichiarato lo stato di crisi del comparto".

Ma non è solo il termoelettrico ad essere in crisi profonda. "Stiamo vivendo situazioni di crisi in tutta Italia -continua Pirani- dal tessile ad altri settori e in zone come la Sardegna si rischia la completa deindustrializzazione. Per questo -conclude- ripetiamo che serve una politica industriale con un ruolo attivo del governo".

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