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Lavoro: Cida, 70 anni di classe dirigente, manifesto per nuova Ue

14 ottobre 2016 | 17.17
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I commenti di Mattarella, Marcegaglia, Bobba, Ambrogioni (video), Lazar (video), Roma (video), Cuzzilla (video) e Carella (video).

Lavoro: Cida, 70 anni di classe dirigente, manifesto per nuova Ue

Italia sempre più in prima linea per il rinnovamento dell’Unione Europea attraverso la sua classe dirigente. Il richiamo allo spirito del 'Manifesto di Ventotene da parte della politica', è stato oggi evocato dalla Cida, l'organizzazione sindacale che rappresenta 400mila manager tra dirigenti e alte professionalità di tutti i settori, in occasione del 70esimo anniversario della sua fondazione.

In occasione dell'Assemblea tenutasi nella sala dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati l'organizzazione, infatti, ha lanciato il manifesto identitario 'Manager per la nuova Europa' per coinvolgere l’intera classe dirigente europea sulla condivisione di una serie di valori, impegni e proposte utile a sollecitare gli organi di governo Ue ad un radicale cambio di rotta. Consapevoli del ruolo che ricoprono nelle organizzazioni sociali e produttive, nelle istituzioni e nelle imprese dell’Unione, i dirigenti europei puntano sulla convergenza di livello continentale per affrontare l’attuale fase di incertezza e di stagnazione. "Il concetto originario dell’Europa, centrato sui diritti della persona, la solidarietà e l’inclusione sociale è messo in forte discussione dall’egemonia dei poteri finanziari", ha spiegato Giorgio Ambrogioni, presidente Cida.

"I manager, che hanno visto nascere l’organizzazione sociale, giuridica ed economica della Ue, hanno assistito in questi 70 anni -ha continuato Ambrogioni- a tensioni geo-politiche, a costruzione e abbattimento di muri e a cariche di violenza diffusa. Occorre quindi intervenire per contrastare le diseguaglianze sociali e preoccuparsi delle nuove generazioni, coinvolgendole nella vita economico sociale della Comunità".

"Non rimarremo inerti di fronte alla minaccia disgregatrice -ha concluso Ambrogioni- e contribuiremo al rilancio del disegno storico dell’Europa attraverso i valori condivisi e le proposte di politiche adeguate. Ripartiamo da Roma, così come avvenne, nel 1951 con la nascita della Cec European Managers alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi".

Il manifesto europeo di valori, impegni e proposte è articolato in cinque punti, che vanno dalla necessità per i dirigenti europei di lavorare assieme per il bene della comunità, all’accettazione delle sfide del futuro, dall’impegno a combattere le diseguaglianze, alla diffusione dell’etica manageriale. Dalla condivisione di queste proposte, i manager pubblici e privati si impegnano a costituire l'Eom - European observatory on management, un osservatorio sulla dirigenza presso la Cec European Managers che vuole diventare uno strumento dinamico di conoscenza delle diverse realtà operative, normative e condizioni contrattuali e di monitoraggio degli andamenti occupazionali e delle funzioni svolte.

L'Eom si prefigge di essere sede di confronto e dibattito, e fonte per la comunicazione e lo story telling al servizio dei manager europei. Le proposte condivise puntano anche ad accorciare le distanze fra dirigenti pubblici e privati per valorizzare le esperienze e le sensibilità degli uni e degli altri, di combattere le diseguaglianze sociali, tra le cause di rallentamento dello sviluppo e soprattutto di impedimento al pieno esercizio della democrazia economica, e di indicare virtù identitarie come autonomia e responsabilità, competenza, merito ed efficienza, individuando in aggiunta una serie di valori prioritari.

In particolare, un’indagine commissionata dalla Cida, che ha coinvolto i manager di 14 paesi europei, ha individuato una forte convergenza verso alcuni valori o pilastri dell’etica manageriale. Innanzitutto favorire il 'people care', ovvero esercitare particolare attenzione verso le risorse umane, dal luogo di lavoro ai bisogni della persona e delle famiglie.

E ancora coinvolgere i collaboratori nel miglioramento dei processi produttivi, riconoscere le diversità senza discriminazioni; promuovere 'work life balance' e welfare aziendale; stimolare una visione di medio lungo termine in modo da incentivare ogni forma di innovazione quale principale antidoto ai pericoli di stagnazione e di regresso.

E ancora supportare lo sviluppo sostenibile per consegnare alle prossime generazioni un ecosistema vivibile e rendere effettiva l’inclusione sociale; riconoscere, come valore fondante dei manager, l’etica dei comportamenti e l’esempio personale come forma concreta di civismo da classe dirigente e non semplice testimonianza individuale. I manager pubblici e privati, oltre a svolgere il loro ruolo con grande professionalità e trasparenza, si impegnano quindi a intervenire e contribuire al dibattito per un’Europa contemporanea, dinamica e sempre nuova, apportando le loro esperienze e proposte.

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