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Alitalia: Ambrogioni (Cida), riprendere dialogo e trovare una soluzione

26 aprile 2017 | 16.35
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Giorgio Ambrogioni
Giorgio Ambrogioni

“Bisogna rimettere insieme i ‘cocci’ di Alitalia: è una sfida per politici, manager e sindacalisti. Sia perché siamo di fronte ad un’azienda con 12.000 dipendenti, sia perché non possiamo permetterci di perdere un altro pezzo di ‘made in Italy’”. Così Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e quadri pubblici e privati all’indomani della bocciatura del pre-accordo sul piano di salvataggio della compagnia aerea.

“Ci sono evidenti, grandi responsabilità sulla questione Alitalia e forse la politica e il sindacato non hanno fatto del tutto quanto potevano e dovevano fare per evitare un ‘no’ ad un referendum facile preda di demagogia e giochi di potere. Ma occorre fare tutti uno sforzo e superare la caccia al colpevole per concentrarci sulla ricerca di soluzioni credibili", aggiunge Ambrogioni.

“Alitalia non è soltanto una grande azienda, è un ‘pezzo’ dell’Italia, un simbolo conosciuto in tutto il mondo. E non solo per il logo tricolore stampato sulle fusoliere, ma per la professionalità, la bravura e lo ‘’stile’ dei suoi lavoratori. Sia quelli in divisa, in volo, sia quelli a terra, garanti di un complicato ingranaggio fatto di orari, revisioni, controlli, con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza ai passeggeri. Un ingranaggio – dice Ambrogioni - messo a punto negli anni da manager di seconda e terza fila che hanno sempre assicurato un lavoro meticoloso e prestato con spirito di servizio".

“Il governo, gli azionisti, i manager, i sindacati sono chiamati a ritessere il dialogo e a non lasciare che l’ottusità delle procedure e gli interessi di parte prendano il sopravvento. E’ l’appello che, come Cida, ci sentiamo di rivolgere a tutti", avverte Ambrogioni.

"Non condividiamo il ‘tanto peggio, tanto meglio’ e non crediamo che un eventuale fallimento di Alitalia sia un passo in avanti nella liberalizzazione dei cieli. Crediamo, al contrario, che senza la ‘nostra’ Alitalia saremo tutti più poveri. Ne risentiranno i flussi turistici, dirottati o più semplicemente ‘pilotati’ verso gli scali di altre capitali europei. Ne risentirà l’occupazione, sia in termini assoluti, che di indotto. Ne risentirà il sistema industriale, privato di un vettore importante in grado di produrre fatturato, di fare commesse, di formare piloti e personale di volo. Ne risentirà, infine, il sistema Paese, con un marchio se non cancellato, certamente appannato da un degrado sicuro", osserva.

“Cida, per quanto di sua competenza, si farà sostenitrice di un’opera di sensibilizzazione verso la classe politica per uno scatto di orgoglio e di impegno rinnovato sul caso Alitalia. Vanno percorse tutte le strade possibili. Certo il tempo delle nazionalizzazioni è finito, ma la politica industriale e le relazioni sindacali hanno ancora ‘frecce’ nel loro arco", spiega il presidente della Cida.

"I nostri manager sono chiamati, da subito, a mantenere funzionante la ‘macchina’. Non si sottrarranno ad ogni sforzo aggiuntivo necessario al recupero e, spero, al rilancio delll’Alitalia”, conclude Ambrogioni.

Cida è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalita' del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a Cida sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-Cida (funzione pubblica), Cimo (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), Fenda (agricoltura e ambiente), Fnsa (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore Cida, Fidia (assicurazioni), Saur (Università e ricerca), Sindirettivo Consob Cida (dirigenza Consob)

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