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Lavoro: sindacati, in continuo aumento dimissioni e risoluzioni consensuali

11 luglio 2017 | 15.01
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Lavoro: sindacati, in continuo aumento dimissioni e risoluzioni consensuali

"Sono in progressivo aumento il numero complessivo di dimissioni e risoluzioni consensuali convalidate a livello nazionale, che per l'anno 2016 risultano essere 37.738, con un incremento del 12% rispetto al 2015. Prosegue purtroppo la tendenza registrata anche negli anni precedenti: nel 2015 erano 31.249, con un notevole incremento, di circa il 19%, rispetto al 2014, che ne contava 26.333 (+11,27% rispetto alle 23.666 del 2013)". E' quanto si legge in una nota unitaria a firma Loredana Taddei, responsabile nazionale delle Politiche di Genere della Cgil, Liliana Ocmin, responsabile del coordinamento Nazionale Donne Cisl e Laura Pulcini, coordinamento Pari Opportunità Uil.

I dati contenuti nella Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri per l’anno 2016, presentata il 28 giugno al Ministero del Lavoro, sottolineano, "riflettono impietosamente la situazione del mercato del lavoro in Italia, che ogni anno vede migliaia di lavoratori, ma soprattutto lavoratrici, abbandonare la propria attività". Nel 2016, rilevano, "sono 27.443 le lavoratrici madri (rispetto alle 25.620 dell'anno precedente) che si sono dimesse dal posto di lavoro, con una percentuale del 79%. I dati concernenti il numero dei figli e le motivazioni del recesso attestano la persistenza di una difficoltà di conciliazione tra vita familiare e lavorativa".

Risulta confermato, infatti, sottolineano i sindacati, "il trend già evidenziato lo scorso anno, in base al quale la gran parte dei lavoratori/delle lavoratrici interessati/e dalle convalide hanno prevalentemente un solo figlio, ovvero sono in attesa del primo figlio, rappresentando circa il 60% del totale".

Questi dati, rilevano Cgil, Cisl e Uil, "mostrano il perdurare dei fenomeni discriminatori che penalizzano fortemente le donne, nonostante in ogni sede ed in ogni luogo si ribadisca il concetto che il benessere delle donne coincide con quello del Paese. I dati confermano anche che fare figli in Italia è diventata una questione privata e che troppo spesso per le lavoratrici la maternità diventa non solo un ostacolo al rientro al lavoro ma anche al percorso di crescita professionale, mediante il demansionamento e l'isolamento fino a provocarne le dimissioni, determinando così condizioni di discriminazione e di povertà per le donne, oltreché per le famiglie monoreddito con prole e di conseguenza per i minori".

La relazione del Ministero del Lavoro, concludono, "è infine l'ennesima conferma che le politiche di conciliazione e di pari opportunità, così come pensate ed attuate oggi, non sono in grado di garantire un reale sostegno alle donne ed al tempo stesso all'economia del Paese".

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