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Cgil: "Bene aperture governo su ammortizzatori"

26 settembre 2017 | 09.56
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Cgil:

La Cgil apprezza le "aperture" del governo sugli ammortizzatori sociali che dimostrano come "anche per il governo alcuni correttivi sono indispensabili per affrontare una condizione del sistema produttivo che ancora non ha superato la crisi''. E' il segretario confederale della confederazione di Corso Italia, Tania Scacchetti, a commentare l'esito del nuovo incontro tecnico di ieri al ministero del Lavoro tra governo e sindacati. Tre le proposte che l'esecutivo ha messo sul tavolo senza l'intenzione però di modificare la riforma degli ammortizzatori varata con il Jobs act ma con "la volontà di affrontare una serie di criticità": la possibilità di interventi di natura amministrativa sul Fis per garantirne maggior fruibilità, la volontà di prevedere anche per il 2018, a parità di risorse, la possibilità di allungare di 12 mesi la cigs nelle aree di crisi complessa e la disponibilità a ragionare sulla flessibilità della durata della cassa integrazione per specifici casi di crisi legate a piani di ristrutturazione valutati al ministero".

Il giudizio conclusivo della Cgil resta però ancora sospeso. L'intervento sugli ammortizzatori, infatti, non può essere finanziato per la Cgil, "unicamente con i risparmi derivanti dal mancato utilizzo di risorse disponibili" e manca, denuncia ancora il sindacato "un sistema di ammortizzatori sociali universali". Per questo, aggiunge Scacchetti, "solo di fronte alle proposte concrete di modifiche al sistema degli ammortizzatori e con gli opportuni finanziamenti potremo esprimere una valutazione complessiva".

La Cgil ha anche sollecitato l'esecutivo a ragionare su interventi che aumentino il costo dei licenziamenti e rivedano il costo di attivazione della cassa integrazione "poiché - aggiunge - riteniamo indispensabile porre rimedio ad una situazione in cui per le imprese è più facile licenziare che attivare strumenti conservativi". "Allo stesso modo - conclude - riteniamo indifferibile un intervento di allargamento, anche transitorio, delle risorse per Naspi e mobilità, di modo da evitare il disagio sociale di migliaia di lavoratori indotto dalla fine delle coperture".

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