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Scuola: Cida, protesta studenti su alternanza lavoro spinga a più dialogo

16 ottobre 2017 | 14.16
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Scuola: Cida, protesta studenti su alternanza lavoro spinga a più dialogo

“Gli studenti hanno ragione a protestare per come si sta attuando l’alternanza scuola-lavoro: politica e società civile devono ascoltare e comprendere i motivi del malessere e migliorare l’offerta formativa. La posta in gioco è troppo alta e richiede l’impegno di tutti per mantenere aperto il dialogo fra il mondo della scuola e quello del lavoro”. Lo afferma Giorgio Ambrogioni, presidente della Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità pubbliche e private.

“L’alternanza scuola-lavoro - dice Ambrogioni - è un esile ponte lanciato fra due mondi che spesso non dialogano; le cifre sulla disoccupazione giovanile e sulla dispersione scolastica testimoniano il ritardo dell’Italia nei confronti dei nostri partner, e competitor, europei che molto investono nella formazione dei giovani al lavoro, facilitandone l’ingresso. Noi abbiamo fin da subito creduto in questo strumento, pur consapevoli della sua fragilità implicita e degli ostacoli esterni che avrebbe incontrato".

“E, proprio per questo, ci siamo concentrati su come sostenere questa iniziativa, aiutarla ad affermarsi e a decollare, attraverso interventi strutturali. Come spiega il recente rapporto della commissione Lavoro del Senato, presieduta da Maurizio Sacconi, su 'Quarta rivoluzione industriale e mercato del lavoro', uno dei maggiori impatti sarà quello relativo ai nuovi fabbisogni di competenze e quindi alla preparazione dei lavoratori. Si tratta quindi di riorientare il sistema educativo non tanto verso i contingenti fabbisogni delle imprese, quanto verso la continua impiegabilità in un mercato del lavoro caratterizzato da mutazioni veloci e imprevedibili", spiega il leader della Cida.

"La stessa alternanza, o meglio integrazione, tra scuola e lavoro (questa la tesi del Rapporto) deve essere intesa -sostiene Ambrogioni- come un metodo pedagogico funzionale ad imparare ad apprendere, ovvero all'allenamento di quella duttilità sempre più richiesta nel mercato del lavoro. Proprio per questo, abbiamo messo a disposizione delle istituzioni, delle scuole e degli studenti l’esperienza dei manager, dando vita ad una rete di tutor presenti sul territorio, manager che si impegnano in prima persona, a titolo gratuito, ad ‘accompagnare’ gli studenti nei luoghi di lavoro".

"Grazie all’esperienza e alla competenza dei manager-tutor si vuole consentire, da un lato, agli studenti, di comprendere i valori formativi e di impegno personale del lavoro e, dall’altro, alle aziende, di disporre di un potenziale serbatoio di giovani già formati cui attingere", osserva Ambrogioni.

"Lo sforzo di Cida si è tradotto in una serie di protocolli d’intesa, a livello regionale, per dare corpo e struttura al collegamento fra scuole, manager e imprese. Inoltre, è alla firma del ministro dell’Istruzione un accordo-quadro generale con la nostra confederazione per rendere ancora più incisivo il contributo che i manager possono dare all’alternanza scuola-lavoro", aggiunge.

“Molto, infatti, resta da fare: occorre, innanzitutto, allargare la platea dell’offerta, rivolgendosi al mondo delle piccole e medie imprese che costituiscono la ‘spina dorsale’ del nostro sistema industriale", avverte il presidente della Cida.

"In questa operazione -precisa- l’esperienza dei manager sarà fondamentale per superare le titubanze dei piccoli imprenditori e le incertezze degli istituti scolastici. E’ in questo senso che va accolta la protesta studentesca, come una richiesta di dare corpo e sostanza a un’iniziativa valida, ma che non è stata sufficientemente supportata nelle sue prime esperienze.

“Deve essere chiaro, comunque, che indietro non si torna: che questo pur esile collegamento fra scuola e lavoro va rafforzato e fatto meglio conoscere e condividere. L’impegno deve essere di tutti: delle scuole, delle istituzioni nazionali e locali, delle imprese. I manager lo stanno facendo”, conclude Ambrogioni.

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