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Terremoto: Fillea-Legambiente, ricostruzione scuole e casette in grave ritardo

27 ottobre 2017 | 15.34
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Terremoto: Fillea-Legambiente, ricostruzione scuole e casette in grave ritardo

A un anno dagli eventi sismici del 26 e 30 ottobre 2016 nel Centro Italia, alla vigilia del secondo inverno, la ricostruzione delle scuole e la consegna delle soluzioni abitative d’emergenza sono in gravissimo ritardo. Solo una scuola è stata realizzata sulle 108 da ricostruire previste da due piani straordinari approvati dal commissario straordinario alla ricostruzione, e un’altra è in costruzione. Mentre su 3.570 casette richieste complessivamente nelle quattro regioni colpite, quelle consegnate sono 995. È questo il quadro che emerge dal report dell’Osservatorio per la ricostruzione di qualità promosso da Fillea-Cgil e Legambiente per monitorare la ricostruzione delle aree del Centro Italia.

"Numeri che, anche in considerazione degli stanziamenti disposti, portano a interrogarsi sulla o sulle cause di questi ritardi. Il compito di coordinare la realizzazione delle casette è della Protezione Civile, il compito di coordinare la realizzazione delle scuole è della Struttura del commissario straordinario. Il documento dell’Osservatorio individua responsabilità lungo tutta la complessa catena di comando, non sempre chiara", si avverte.

L'indagine sottolinea, inoltre, "che l’esigenza del 'fare presto' non deve essere disgiunta dalla qualità del costruito, e manifesta forte preoccupazione all’idea che per la riapertura di alcune scuole ci si possa accontentare del miglioramento sismico e non dell’adeguamento nonostante gli ingenti investimenti". "Velocizzare l’uscita dall’emergenza è la priorità. Ma questo non può significare abbassare la guardia sul rispetto della legalità e dei necessari controlli che devono essere effettuati sui cantieri delle casette e delle macerie", rimarca.

L’alternativa sono le inchieste, come quelle della Procura di Napoli, sulle aziende impegnate nella sistemazione delle casette. "I numeri evidenziati dal lavoro dell’Osservatorio -commenta la presidente di Legambiente, Rossella Muroni- sono insoddisfacenti: senza case e scuole non si ricostruiscono le comunità, né ripartono le attività economiche. Per chi è lontano diventa sempre più difficile scegliere di tornare, chi nonostante tutto ha deciso di rimanere è costretto ad affrontare troppi disagi e a convivere con un continuo senso di precarietà. Bisogna avere la consapevolezza -continua Muroni- che se si accelera lo spopolamento delle aree interne, invece che contrastarlo, si avrà un danno per tutto il paese, perché l’Appennino è un grande sistema e patrimonio ambientale di valore europeo e internazionale. Pur nella drammaticità del caso, considerata l’ingente quantità di risorse che sarà riversata in quelle aree, la ricostruzione può e deve essere un’occasione per un nuovo sviluppo di queste aree".

"Molto è stato fatto -dichiara il segretario generale di Fillea Cgil Alessandro Genovesi - ma molto, moltissimo ancora è da fare. La ricostruzione non è partita e la fase dell’emergenza si prolunga in modo, a volte, ingiustificato. La ricostruzione delle scuole è in pratica ferma e questo chiama in causa tutti, commissario, Regioni, enti locali, stazioni appaltanti. Il sindacato degli edili, attraverso accordi e protocolli, ha messo a disposizione del commissario e dei vicecommissari - presidenti delle Regioni la disponibilità a ragionare sull’orario di lavoro, i propri enti bilaterali, le casse edili, le scuole di formazione e sicurezza".

"Altrettanta disponibilità ci aspettiamo -continua Genovesi- dalle istituzioni regionali nel coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nella gestione, in sicurezza e trasparenza, della fase dell’emergenza senza alimentare l’idea che le regole e la trasparenza siano il problema e non che il problema invece siano la mancanza di strumenti preventivi e di personale sufficiente per numero e qualificato nella pubblica amministrazione. La ricostruzione non sia il terreno per la campagna elettorale, ma banco di prova per la parte migliore delle classi dirigenti”.

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