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Migranti: Cepa, strada ricongiungimento passa da rete Form@

14 novembre 2017 | 15.05
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Tatiana Esposito direttore generale direzione generale Immigrazione e politiche di integrazione autorità delegata del ministero del Lavoro e politiche sociali
Tatiana Esposito direttore generale direzione generale Immigrazione e politiche di integrazione autorità delegata del ministero del Lavoro e politiche sociali

La strada del ricongiungimento familiare passa per il progetto Form@. Ne sono convinti i quattro patronati CePa (Inca, Inas, Ital e patronato Acli) che con l’Inca Cgil come soggetto capofila, in partenariato con l’Associazione Nuova Generazione italo-cinese, l’Anolf, Unirama sas e l’International language school hanno promosso il progetto Form@ presentato oggi a Roma. "Si tratta -ha spiegato Domenico Pesenti, presidente Inas, con incarico presidente Cepa- di un modello valido di integrazione che auspichiamo sia replicabile. E' un progetto che punta molto su una rete che abbiamo già costruito negli anni scorsi, come patronati".

"Form@ punta -ha sottolineato- a pensare all'integrazione come un fatto naturale: la rete è un'integrazione fra persone. Anche noi vogliamo pensare a un'integrazione fra persone che si muovono tra i diversi Paesi del mondo come un'integrazione naturale. Proprio questo riteniamo sia la base per un'integrazione corretta e che non porti tensioni e che creerà un futuro migliore per tutti".

"La storia dei patronati -ha chiarito Emiliano Manfredonia, presidente del patronato Acli- che sono un unicum in Italia, ha origini antiche. Nel dopoguerra i patronati hanno cominciano ad occuparsi di emigrazione, facendo pratiche per l'espatrio, assistenza morale e sociale durante il viaggio e predisponendo attività culturali e di formazione per chi si preparava all'espatrio. Nel tempo hanno svolto attività di mediazione e questo lavoro si è consolidato nei consolati. I nostri patronati stanno contribuendo all'integrazione dei lavoratori per costruire una società inclusiva. Il progetto Form@ apre una stagione importante rispetto all'unità familiare che è un diritto costituzionale".

"Questo progetto -ha ricordato Giulio del Federico, del ministero Affari esteri e cooperazione italiana- rientra in un disegno portato avanti con convinzione all'interno dell'Unione europea che ha spinto nel rafforzamento delle vie legali di accesso all'Europa, da parte di coloro che ne hanno i requisiti. Nella parte propositiva della formazione è importante che il patronato sia di supporto e proceda all'orientamento".

Per Tatiana Esposito, direttore generale della direzione generale Immigrazione e politiche di integrazione autorità delegata del ministero del Lavoro e politiche sociali, "è importante l'elemento della rete tra le istituzioni: il progetto Form@ nasce guardando alla realtà del fenomeno migratorio e prova a riflettere su una situazione migratoria che è cambiata negli ultimi decenni. Non si tratta di un progetto banale anche perché come dice il ministro Poletti 'le cose facili le hanno già fatte".

"I patronati -ha affermato Assunta Rosa, viceprefetto autorità responsabile Fami, dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno- sono una leva fortissima che hanno aiutato tantissimo il ministero sul territorio. La rete che si è creata deve dunque essere mantenuta perché è fondamentale".

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