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Cida: "Confronto ispiri una nuova classe dirigente"

12 febbraio 2018 | 16.41
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Giorgio Ambrogioni
Giorgio Ambrogioni

“Una classe dirigente si forma con una selezione fondata su competenze e valori: chi ne fa parte deve essere pronto a pagare di persona scelte spesso difficili e fuori dal coro”. Così Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità pubbliche e private, commenta l’editoriale di Ferruccio De Bortoli, pubblicato ieri sul ‘Corriere della Sera’ e dal titolo 'Dov'è la classe dirigente'.

“Abbiamo l’ambizione di considerarci una parte significativa della classe dirigente di questo Paese - spiega Ambrogioni - e rivendichiamo di aver svolto un ruolo propositivo nel diffondere le istanze fondanti le professionalità che rappresentiamo. Pensiamo all’eccellenza della preparazione scolastica, alla formazione continua, all’apertura all’esterno, alla ‘contaminazione’ fra pubblico e privato per trovare una sintesi di alto livello professionale".

“E’ un processo lungo - prosegue il presidente di Cida - e che comporta scelte personali difficili perché la competenza non può essere disgiunta dal rispetto rigoroso di principi morali ed etici. Su questi due fondamentali pilastri abbiamo costruito una classe manageriale che ha contributo alla rinascita del Paese negli anni difficili del Dopoguerra e che oggi sta gestendo una vera e propria ‘rivoluzione’ tecnologica dei processi produttivi. Certo, errori ne sono stati fatti e guai ad ignorarli. Con maggior determinazione e capacità di denuncia, alcune crisi aziendali potevano forse essere evitate o circoscritte".

“L’errore più frequente è quello di perdere di vista l’impegno sul lavoro e le finalità sociali della professione, per concentrarsi sulla ricerca di scorciatoie, di carriere ‘facili’ in cui l’obbedienza e l’appartenenza a gruppi prevalgono su tutto", aggiunge Ambrogioni.

"Noi non celiamo i nostri errori e ci sforziamo di attuare ‘best practice’ che consentano di ridurli e prevenirli. Ma certamente siamo consapevoli di aver chiesto alle nostre parti datoriali, pubbliche e private, ed alla politica, l’introduzione di criteri rigorosi ed obiettivi per valutare le carriere, i rendimenti e premiare le performance. Convinti che dalla selezione costante, dal riconoscimento del merito venga il segnale più chiaro per aspettarsi comportamenti irreprensibili e capaci di orientare le scelte individuali. L’ultimo contratto della scuola conferma, purtroppo, che questo appello, come tanti altri prima, non è stato accolto", osserva.

“Per dare la massima pubblicità ai nostri valori, Cida si è impegnata a promuovere incontri pubblici con i candidati alle prossime elezioni, sia nazionali che locali, invitando tutti i partiti ad un confronto. I nostri ‘faccia a faccia’ si articolano su tutto il territorio nazionale e vogliono rappresentare l’occasione per chiarire su cosa si impegnano i rappresentanti della politica e quali sono i problemi e le aspettative della classe dirigente manageriale. E’ un tentativo di mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità e gettare le premesse per avere una classe dirigente nazionale più coesa e motivata”, conclude il presidente della Cida.

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