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Imprese: Confindustria Udine, serve 'via intermedia' per le start up

17 novembre 2015 | 12.53
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Imprese: Confindustria Udine, serve 'via intermedia' per le start up

“Le start up o fanno il botto approdando in Borsa nel giro di pochi anni oppure muoiono. Io ritengo, e con me il Gruppo Informatica e Telecomunicazione di Confindustria Udine che presiedo, che ci sia anche una via intermedia in cui una start up può costituire comunque un interessante motore di innovazione per un’azienda strutturata". Fabiano Benedetti, capogruppo del Gruppo Informatica e Telecomunicazione di Confindustria Udine, non ha dubbi che una nuova fase di sviluppo dell’economia italiana passi anche dalla capacità di saper sfruttare potenzialità e idee delle start up. "Tutto sta nell’amalgamare assieme la vivacità e l’energia di una start up con l’esperienza di un’impresa ben avviata”, dice.

Da qui l’idea, dopo la visita nello scorso marzo a Friuli Innovazione, di organizzare una riunione del Gruppo nella sede di Roncade di H-Farm, società da neanche una settimana quotata in borsa all’Aim, il mercato dedicato alle piccole e medie imprese, che sta riproducendo con successo anche in Italia la formula - un progetto privato di venture incubation - che vedeva finora solo tre 'acceleratori d'impresa' al mondo. Sono tre le aree distinte in cui opera H-Farm: industry, investments ed education. Tutte e tre le aree hanno lo scopo di fare emergere le startup innovative e di aiutarle a posizionarsi nei rispettivi mercati.

“Quello che mi ha più impressionato - aggiunge Benedetti - di questa imponente realtà privata all’avanguardia, al di là dei numeri dei progetti che riesce a gestire (nel primo semestre 2015 un migliaio di richieste da parte di start up di cui 600 selezionate, 25 ritenute ‘valide’ e 7 già incubate, ndr), è la volontà di creare una scuola di digitalizzazione che parta dai bambini di 6 anni, anche prendendo confidenza con questi temi attraverso l’utilizzo dei lego, e che li accompagni fino ai corsi post laurea. E’ un nuovo modo di vedere la realtà ed è anche un indiretto avvertimento alle aziende di cogliere le opportunità di questo ‘nuovo’ mondo”.

Benedetti sottolinea come nella quarta rivoluzione industriale di cui tanto si discute in questi tempi un ruolo fondamentale, trasversale, viene ricoperto dall’Ict come fattore abilitante dell’accelerazione verso una digitalizzazione spinta dei processi industriali. “Tutto passa attraverso la digital trasformation. Anche i fondi europei Por Fesr 2014-2020 prevedono contributi e incentivi per tutte e cinque le strategie di specializzazione intelligente. Non è ricompresa direttamente l’Ict, ma questa è trasversale e pervasiva in tutti gli ambiti di business individuati dai fondi", osserva.

"Il fatto, e dobbiamo sensibilizzare le aziende friulane del settore su questo punto, è che l’industria manifatturiera, d’ora in avanti, non potrà più prescindere dal supporto dell’Ict Noi dobbiamo farci trovare pronti, cercando di superare il nostro maggiore limite qui in Friuli che è quello dimensionale. In altre parole: dobbiamo aggregarci o, comunque, in alternativa, fare sistema”, avverte.

Nel corso della riunione all’H-Farm di Roncade, spazio è stato dato anche a una relazione di Francesco Fabbro, di Insiel Spa, sullo stato di avanzamento del progetto Ermes. “Gran parte delle zone industriali regionali sono oramai coperte: non resta altro che mettere in moto tutti i meccanismi - è l’auspicio di Benedetti - per mandare a pieno regime il sistema di banda larga”.

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