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Startup: My Mantra, dal legno al design, la borsa che piace ai vegani

19 aprile 2016 | 15.58
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(Video)

Startup: My Mantra, dal legno al design, la borsa che piace ai vegani

Borse e accessori moda 'cruelty free', che tendono la mano al più intransigente dei vegani e sono al cento per cento ecosostenibili. Sono realizzate, infatti, niente di meno che in legno, ma morbide e leggere come se fosse pelle. Un'idea e un prodotto brevettato da una start up creata da padre e figlia, Marcello e Marta Antonelli, un passato da imprenditore lui e un futuro da stilista di moda lei. Si chiama My Mantra e ha ricevuto il sostegno del progetto 'Smart&Start' promosso da Invitalia (video).

"La nostra idea - racconta a Labitalia Marcello Antonelli, che nella società è amministratore - è scaturita dall'esigenza di sostituire la pelle animale con prodotti naturali, scegliendo fra questi il legno perché si riconosce in tutti gli aspetti di sostenibilità ma anche di biodegradabilità. Un'esigenza nata da mia figlia, stilista di moda, che voleva trovare un'alternativa valida alla pelle ma che comunque avesse lo stesso appeal e le stesse caratteristiche estetiche e di lavorabilità".

"Da qui è partito un percorso - prosegue - che ci ha portato a realizzare, attraverso vari step, prima un piccolo laboratorio dove abbiamo iniziato a testare i materiali, contemporaneamente abbiamo depositato un brevetto e successivamente un altro, che ora stiamo estendendo in Europa e altri paesi del mondo".

"Il nostro prodotto - spiega il titolare di My Mantra - è un multistrato di formato variabile che può essere lavorato come se fosse pelle o tessuto. Parte appunto dal legno, che viene accoppiato al cotone, e poi attraverso lavorazioni abbastanza complesse risulta all'aspetto e al tatto simile alla pelle. Siamo gli unici a fare questo tipo di materiale al momento e stiamo cercando di consolidare sempre di più la nostra presenza aumentando il nostro know-how e migliorando le performance del prodotto".

"Abbiamo intrapreso due strade: una interna alla società che è volta alla creazione di oggetti di design per il comparto accessori moda, proprio per dimostrare all'esterno che si possono realizzare prodotti con questo materiale, da ultimo un giubbino di pelle; una rivolta all'esterno, che ci vede fornitori di materia prima che poi viene utilizzata per lo più per realizzare calzature, accessori di moda, oggetti di design come divani e cuscini".

Ma come farsi conoscere all'esterno? "Il mercato lo incontriamo prevalentemente - risponde Antonelli - attraverso l'inserimento in banche dati internazionali che presentano i nostri prodotti ai vari designer nel mondo e in più abbiamo presenziato ad alcune fiere di livello internazionale, a Parigi e a Milano".

E il supporto offerto da Invitalia attraverso il progetto 'Smart&Start', per il sostegno alle startup innovative, è stato importante. "Lo spunto che abbiamo avuto da Invitalia - dice Antonelli - è stato di procedere verso la seconda fase, che è quella di una preindustrializzazione, dove testare i macchinari e avere la capacità di acquistarli. Per questo motivo, il contributo di Invitalia è stato dato da questa spinta al finanziamento agevolato che ci ha permesso di fare il secondo passo".

Un'azienda familiare, dunque, che lavora ormai da 4 anni al perfezionamento del materiale Ligneah e al brand Ood, e che oggi impiega una decina di giovani artigiani. I prodotti sono certificati Fsc (Certificazione di gestione forestale): si utilizzano tutti gli scarti e c'è un accordo grazie al quale per ogni prodotto venduto viene piantato un albero in zone a rischio deforestazione, come il Niger o la Colombia; inoltre, si usano solo legni provenienti da foreste di Europa e America, gestite nel rispetto dell’intero ecosistema.

L'obiettivo ora è andare a regime con 40 metri di tessuto al giorno e poi raggiungere un giro d’affari di almeno 600mila euro l’anno. E all’orizzonte c’è anche l’America: a luglio 2015 la società ha chiuso un accordo con il gruppo americano Eti per lo sviluppo dei brevetti e per la concessione di licenze di produzione per diverse aree geografiche e settori di utilizzo del materiale, in modo da riuscire a esportare questo know-how tutto made in Italy.

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