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Google, le curiosità del colosso del web

19 agosto 2014 | 16.02
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(Infophoto) - INFOPHOTO
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Così come quella di Apple e Microsoft, anche la storia di Google è piena di elementi interessanti e a volte inediti. A iniziare dal nome, scelto per richiamare Googol, termine matematico coniato per indicare un numero stratosferico pari a 1 seguito da 100 zeri. I due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, all'epoca studenti dell'Università di Stanford, lo avevano scelto proprio per richiamare le enormi possibilità del web.

Sull'esplosione di internet i due non si erano sbagliati: al momento, infatti, Google ha indicizzato circa 60 mila miliardi di pagine web (6 seguito da 13 zeri). Il vero errore avvenne al momento della registrazione della società: Page e Brin volevano chiamarla proprio con il nome matematico, ma ne ignoravano la grafia esatta e lo trascrissero nel modo che noi conosciamo. Oggi il motore di ricerca - che è nel frattempo è anche diventato un verbo ('to google', cercare informazioni nel web) - è il sito più visitato al mondo, precedendo Facebook e YouTube (quest'ultimo di proprietà proprio di Google).

Nonostante alcuni interventi sul carattere del logo, la home di Google resta scarna, come al momento del suo lancio: ma ogni giorno, soprattutto su base locale, la scritta viene modificata per 24 ore per ricordare un evento legato a quel giorno particolare. Sono i cosiddetti 'doodle', spesso vere e proprie animazioni interattive.

Quanto alle enormi strutture necessarie per far funzionare Google, la società mantiene il più stretto riserbo: alcune stime parlano di circa un milione di server distribuiti soprattutto in Nordamerica. Un numero che ne fa uno dei maggiori consumatori di energia a livello mondiale. In questi server è custodita una parte consistente delle informazioni generate dall'umanità in questi millenni.

Ma volendo interrogare il sito sul senso più profondo di tutto, la risposta può essere sorprendente. Infatti, inserendo nella stringa di ricerca la scritta 'Answer to Life, the Universe, and Everything" (ovvero, la risposta fondamentale della Vita, dell'Universo e di Tutto) il risultato è un ineffabile '42'. Nessun mistero, ma solo un richiamo al fortunato romanzo di Douglas Adams 'Guida galattica per gli autostoppisti', un culto per i giovani degli anni Ottanta e Novanta, come Page e Brin.

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