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Un italiano su tre aggira il divieto di 'cinguettare' o usare Facebook sul posto di lavoro

26 agosto 2014 | 12.52
LETTURA: 3 minuti

La ricerca, condotta in sette Paesi, svela come le restrizioni aziendali sull’utilizzo di internet, spesso dettate da una scarsa fiducia nei dipendenti, alimentino l’inosservanza delle norme. A sorpresa i più indisciplinati sono gli inglesi: quasi la metà di loro chatta sui social network mentre è alla scrivania

Un italiano su tre aggira il divieto di 'cinguettare' o usare Facebook sul posto di lavoro

Su Facebook o su Twitter 'sempre' anche dal posto di lavoro. Un italiano su tre riesce ad aggirare il divieto aziendale di utilizzare i social network in orario di lavoro. A dirlo una ricerca di People-Inspired Security, commissionata da Samsung su quattromilacinquecento persone in sette Paesi europei tra cui anche il nostro. In linea con il risultato italiano anche Germania, Spagna, Belgio e Olanda. Tra i cittadini del Vecchio Continente i meno rispettosi delle regole sono a sorpresa gli inglesi. Il 41% dei britannici ammette di chattare su Fb, mentre è alla scrivania. Da parte delle aziende emerge, invece, una notevole sfiducia nei confronti dei dipendenti in Europa. Solo la metà degli intervistati dichiara, infatti, di essere libera di usare la tecnologia come desidera. Le restrizioni maggiori si registrano nel settore alberghiero e immobiliare. "Il divieto di accesso ai social network o ad alcuni siti web sul posto di lavoro - dichiara Dimitrios Tsivrikos, docente di Psicologia dei Consumi allo University College, prestigioso ateneo britannico - spesso produce l'effetto opposto a quello desiderato. Una reale fiducia deve essere reciproca".

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