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Indagine Eset

Internet: Eset, 80% italiani vuole più controllo forze ordine

22 giugno 2016 | 16.15
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Otto italiani su dieci (80,1%) sarebbero pronti a rinunciare a un po' di privacy su internet in cambio di un più severo controllo del web da parte delle forze di polizia. E' quanto sostiene un'indagine di Eset, società specializzata in soluzioni di sicurezza informatica. Per contro, solo il 19,9% dà un peso maggiore alla libertà e in questa percentuale rientrano molti giovani e studenti in cerca di una prima occupazione e utilizzatori più assidui di internet.

L'indagine di Eset ha preso anche in considerazione la percezione che gli internauti italiani hanno di alcune componenti della navigazione, tra cui le minacce informatiche e il Deep Web, quella parte di internet non indicizzata dai motori di ricerca tradizionali.

Circa 4,7 milioni di utenti internet italiani, scrive Eset, dichiarano di conoscere il Deep Web. Tra questi, la maggiore curiosità è stimolata nella popolazione più giovane, dai 18 ai 35 anni, con più elevato titolo di studio e residente nel centro e nel sud Italia. Se il 17% degli intervistati dichiara di conoscere il Deep Web, il 26% ha utilizzato o ha sentito parlare di Bitcoin, la moneta virtuale utilizzata per gli scambi sul Deep Web.

Per 45% intervistati Deep Web è luogo per traffici illeciti

L'elemento della paura e della diffidenza si ripropone nella percezione prevalente del Deep Web, che per il 45% degli intervistati è un luogo utilizzato soprattutto per traffici illeciti. In misura più o meno analoga sono coloro che percepiscono il Deep Web come spazio di accesso a informazioni e notizie non pubblicate sulla stampa ufficiale (18%), dove è rispettata privacy ed è consentito navigare in totale anonimato (14%), e dove poter sottrarsi alla censura (16%).

Insieme a Deep Web e Bitcoin, secondo i dati dell’indagine di Eset, gli internauti italiani dichiarano di conoscere in misura significativa tutte, o quasi, le principali questioni di cybersecurity, dallo spam (79%) e il furto di identità (71%) ai malware (67%) e alla problematica dell’adescamento online (42%).

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