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Moda, protesta attivisti Greenpeace a Milano: 'Versace detox now'

19 febbraio 2014 | 13.45
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Moda, protesta attivisti Greenpeace a Milano: 'Versace detox now'

Protesta degli attivisti di Greenpace contro l'uso di prodotti chimici nella produzione di capi d'alta moda. Nella prima giornata delle sfilate femminili nell'ambito della Settimana della Moda una decina di persone in tuta arancione hanno manifestato nella galleria Vittorio Emanuele, a pochi passi da piazza del Duomo.

Alcuni si sono appesi alla cupola dell'Ottagono e hanno calato un banner di 100 metri quadri dal soffitto, sul quale sono raffigurati la top model russa Eugenia Volodina e un giovane Re chiaramente oltraggiato dalla presenza di sostanze tossiche nei suoi vestiti. Il testo del banner e' 'Beautiful fashion, ugly lies? #TheKingisNaked'. Altri esponevano invece uno striscione 'Versace detox now', ossia 'Versace disintossicati ora', "per chiedere al brand italiano di agire subito per ripulire i propri vestiti", si legge nella nota di Greenpeace.

"Abbiamo svelato l'incubo tossico che si nasconde dietro a questi abiti da sogno e chiediamo insieme a questo piccolo re vestiti liberi da sostanze tossiche per ogni bambino del pianeta. E' arrivato il momento che i grandi marchi come Versace facciano quello che i consumatori e gli appassionati di moda di tutto il mondo stanno chiedendo: eliminare dalla propria filiera le sostanze chimiche pericolose. Valentino e Burberry lo hanno già fatto, cosa sta aspettando Versace?", chiede Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel.

‘’I nostri attivisti – spiega a Ign, testata online del gruppo Adnkronos, la Campione - hanno deciso di aprire la Settimana della Moda di Milano dando una lezione di stile ai brand del lusso che qui, da oggi, presentano al mondo le loro nuove collezioni’’.

Il messaggio rivolto alle griffe, ‘’in particolare a Versace, i cui capi sono risultati tra i più coinvolti dall’utilizzo di sostanze chimiche pericolose e metalli pesanti’’, è di ‘’impegnarsi immediatamente alla eliminazione di queste sostanze dalla propria filiera così come hanno già fatto venti marchi globali, a livello internazionale, e alcuni brand del lusso come Burberry e Valentino’’.

Tra le sostanze più pericolose rilevate, sottolinea Campione, anche ''ftalati, perfluorocarburi, antimonio e nonilfenoletossilati. Questi ultimi, per capire, rilasciati in ambiente acquatico, riescono a interferire con il sistema endocrino della fauna acquatica facendo cambiare il sesso ai pesci’’.

La campagna di Greenpeace punta molto sul coinvolgimento del popolo del web. ‘’In questo momento – continua Campione - sono già migliaia le persone che sui social network stanno chiedendo a Versace di incontrare Greenpeace per assumere lo stesso impegno sottoscritto da Burberry e Valentino. per questo abbiamo creato l’hashtag #thekingisdead che rievoca la favola dei fratelli Andersen ‘I vestiti nuovi dell’imperatore’ e racconta di un re il quale, resosi conto che i suoi meravigliosi vestiti sono pieni di sostanze tossiche, si rifiuta di indossarli’’.

Pochi giorni fa Greenpeace International ha pubblicato un rapporto che mostra come le stesse sostanze chimiche pericolose usate dai marchi di largo consumo sarebbero impiegate anche da alcuni brand del lusso - come Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana - per produrre capi di alta moda per bambini.

Sono venti le aziende (Nike, Adidas Puma, H&M, M&S, C&A, Li-Ning, Zara, Mango, Esprit, Levi's, Uniqlo, Benetton, Victoria's Secret, G-Star Raw, Valentino, Coop, Canepa, Burberry e Primark) che hanno sottoscritto finora l'impegno Detox di Greenpeace, con l'obiettivo di assicurare la trasparenza della filiera, richiedendo ai propri fornitori di pubblicare i dati sugli scarichi delle sostanze chimiche pericolose e azzerare gli scarichi di sostanze chimiche pericolose entro il 2020.

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