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Crisi profonda per multimarca, nuovo choc da on line

14 ottobre 2014 | 18.50
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Ricerca presentata Bain&Co in occasione dell'annuale rapporto dell'Osservatorio Altagamma: tra qualche anno e-commerce arriverà a una penetrazione del 15-20%

 (foto Infophoto)  - INFOPHOTO
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Suona il de profundis per il canale multimarca della moda e dei beni di lusso, molto italiano, molto europeo, che sta attraversando una forte crisi negli ultimi anni e che potrebbe anche essere definitiva. E' quanto emerge dalla ricerca presentata oggi da Bain&Co in occasione dell'annuale rapporto dell'Osservatorio Altagamma. "Pensiamo che il mutimarca abbia raggiunto il bottom" osserva Claudia D'Arpizio, partner dell'ufficio di Milano, rilevando che "il numero dei negozi rimasti e la qualità degli stessi è quella corretta. Tutti i brand hanno cercato di eliminare le code, cercato di tagliare i negozi che facevano il parallelo. I negozi di provincia hanno chiuso o per difficoltà di accesso al credito o anche per problemi generazionali".

Quello del multimarca "prima era un canale strategico in Italia, per raggiungere la provincia e i consumatori che vogliono spendere senza viaggiare fino a Roma a e Milano per raggiungere i monobrand" fa notare D'Arpizio che anticipa: "Questo canale subirà un altro shock da parte dell'online. L'ecommerce e i siti multimarca si pongono come l'alternativa più ovvia a questo canale con interlocutori capaci di dare contenuto editoriale, consigli, servizio a domicilio, varietà e anche una scelta customizzata". Intanto "l'e-commerce è un canale che sta crescendo tantissimo con un tasso medio annuo del +28% negli ultimi anni. La penetrazione è passata dal 3 al 5%; per alcune categorie come le scarpe è superiore al 10%. Non ci vorrà molto con un mercato che cresce al 2-4-5 % a seconda degli anni e dei tassi di cambio e un canale come questo che cresce al 30% arrivare a una penetrazione del 15-20%. E' una questione di qualche anno. Quando questo avverrà, di quanti negozi avremo bisogno? Quale sarà il loro ruolo?" domanda ponendo il tema D'Arpizio.

Oggi accade anche che "mentre prima si faceva browsing online e si comperava nel negozio, adesso si fa browsing nel negozio e si compera online. Si va in negozio, si prova e poi con il telefonino si fa la transazione, magari mentre sei ancora nel negozio. Così l'acquisto arriva a casa e lo si è pagato meno" fa notare D'Arpizio. Un fenomeno, questo, "che è ancora agli albori e comincia a diventare rilevante su alcuni consumatori e in mercati come Asia e Usa. Inoltre ci sono dei player che stanno cambiando gli standard del settore: Amazon consegna in giornata e si sta organizzando per farlo per qualsiasi categoria. Questo cambierà il paradigma complessivo". Tutto ciò, conclude, "benché sia nell'agenda di tutti i ceo, ancora è preso sottogamba e non si capisce quale possa essere la vera portata di rottura che la tecnologia può portare al business model di queste aziende o in generale del retail".

DESIGN FERMO - Il settore del design furniture "è fermo. La previsione è flat / -1% per il 2014 per tutti i settori, ad esclusione dell'illuminazione, che è il solo segmento che sta ancora crescendo grazie al forte impulso della tecnologia a led. D'altra parte, il real estate è molto fermo in tutto il mondo".

CIBO E VINO - 'Food' e 'wines spirits' rappresentano settori in crescita nell'ambito del mercato del lusso nell'anno in corso. Secondo la ricerca effettuata da Bain&Co per Altagamma, in particolare, cresce del 5% il segmento del luxury wines spirits e del 2% quello del cibo. In questo caso, grande impatto ha il 'gourmet food', "anche se popolato da aziende piccole e piccolissime" evidenzia Claudia D'Arpizio, partner dell'ufficio di Milano di Bain.

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