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Gucci: respinge accuse Report, perseguiremo in tutte le sedi

22 dicembre 2014 | 12.45
LETTURA: 5 minuti

La maison fiorentina contesta le accuse contenute nel servizio mandato in onda la sera del 21 dicembre nel corso della trasmissione Report. Una borsa 24 euro? Almeno 25 volte tanto.

Gucci
Gucci

"Gucci si dissocia nel modo più assoluto dai contenuti e dalla forma del servizio mandato in onda domenica 21 dicembre nell'ambito della trasmissione Report. La signora Gabanelli non ha mai posto a Gucci alcuna domanda pertinente su quanto da cinque mesi stava girando. Telecamere nascoste o utilizzate in maniera inappropriata, solo in aziende selezionate ad arte da Report (3 laboratori su 576), non sono testimonianza della realtà Gucci". La maison fiorentina, di proprietà del gruppo francese Kering, ribatte punto per punto alle accuse contenute nel servizio stesso, affidando a una lunga nota le proprie osservazioni.

Innanzitutto Gucci, in relazione al prezzo di ciascuna borsa, sottolinea che viene "comparato in maniera errata il prezzo di una borsa al pubblico con il costo di una singola fase di lavorazione. I 24 euro citati dal servizio si riferiscono solo all’assemblaggio parziale e non considerano minimamente, ad esempio, il costo della pelle, il costo del taglio, quello degli accessori, il confezionamento, la spedizione e tutto quanto necessario a rendere la borsa disponibile in negozio, fattori che moltiplicano fino a 25 volte quel numero".

Respinge al mittente l'accusa di "consigliare l'utilizzo di 'forza lavoro cinese a basso costo'. Tutto ciò è falso e destituito di ogni fondamento e fortemente diffamatorio. Così come lo è la frase del servizio : "... all'interno dell'azienda ... ci deve essere un prestanome italiano...". Nella nota Gucci rileva che "accordarsi a insaputa di Gucci con laboratori che utilizzano manodopera cinese a basso costo e non in regola, sabotando i sistemi di controllo in essere, è una truffa dalla quale Gucci si dissocia e che perseguirà in tutte le sedi". "Gucci produce il 100% della pelletteria in Italia dando lavoro a oltre 7.000 addetti tra fornitori di primo livello (1.981) e fornitori di secondo livello. Di questi addetti, circa il 90% sono di nazionalità italiana, mentre tutte le 576 aziende sono italiane. Tutti i fornitori di primo e di secondo livello vengono regolarmente controllati (circa 1.300 verifiche l'anno, anche notturne) sul rispetto delle regole e il corretto trattamento delle persone. Ricordiamo che il lavoro notturno, se svolto secondo la normativa, non è reato: si chiama - evidenzia Gucci - straordinario o turnazione".

Filiera tracciata in maniera trasparente e condivisa

Gucci "depreca la rappresentazione che Report ha voluto dare di un’azienda che, contrariamente da quanto rappresentato, da anni sta operando per mantenere la produzione in Italia e percorrerà tutte le strade per tutelare i propri diritti, la propria immagine e il proprio marchio, nonché il lavoro di oltre 45.000 persone in Italia tra dipendenti diretti e filiera produttiva".

Il gruppo tiene a ricordare come "il lavoro sulla filiera, svolto con continuità negli ultimi anni, ha consentito e consente la tracciabilità dell'intera filiera stessa in maniera trasparente e condivisa con tutti i soggetti coinvolti (organizzazioni sindacali del territorio, Confindustria e CNnaFirenze). Un modello che dovrebbe essere valorizzato e apprezzato, come sarebbe emerso qualora Report si fosse interessato anche agli oltre 500 altri laboratori che lavorano in maniera sana. Ciò detto Gucci continuerà a vigilare con attenzione per reprimere tutti i comportamenti in contrasto con il Protocollo sulla Filiera adottato fin dal 2009".

Mondo Libero di Guidotti ha contribuito da metà 2013, attraverso Almax, al fatturato degli accessori Gucci per lo 0,19%

(AdnKronos) - Poi, in riferimento al titolare della società Mondo Libero: "il signor Guidotti, attraverso la sua società Mondo Libero, ha contribuito da metà 2013, attraverso Almax, al fatturato degli accessori Gucci per lo 0,19% dell'intera produzione. Negli ultimi mesi, Mondo Libero ha subìto diversi controlli, anche notturni, a seguito dei quali sono emerse irregolarità relative all’assunzione del personale. Gucci ha chiesto la regolarizzazione di tali situazioni e Mondo Libero ha fornito evidenza che tali irregolarità erano state affrontate e per la maggior parte risolte". E ancora, in relazione alla "apparente titubanza dell'ispettore ripreso a telecamere nascoste, si ricorda che le ispezioni avvengono in due parti: la prima è di controllo documentale e la seconda di azione. Le riprese televisive sono focalizzate sulla prima parte. Ricordiamo altresì che gli ispettori non hanno poteri coercitivi immediati, ma di audit. E l'audit ha evidenziato irregolarità che sono state risolte".

"Il sistema implementato da Gucci consente di remunerare adeguatamente - si legge ancora - il lavoro dei piccoli imprenditori artigiani a condizione che tutti gli attori coinvolti operino responsabilmente; studi commissionati all'interno del comitato di filiera hanno evidenziato che un laboratorio sano e gestito nel rispetto delle regole, consente al titolare un utile compreso tra l'8% e il 15%, retribuendo i lavoratori nell'assoluto rispetto dei contratti collettivi nazionali vigenti".

Infine la maison di dice "estranea a eventuali accordi tra fornitori di primo e secondo livello, nel caso citato dal servizio tra Almax e Mondo Libero, non coerenti con le regole previste dal Protocollo sulla Filiera del 2009. La rappresentazione parziale e faziosa della realtà da parte di Report è quindi evidente e tende a stigmatizzare il comportamento di Gucci che invece è del tutto consono alle regole stabilite con le parti sociali".

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