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Made in Italy

Moda, piccoli brand crescono e si fanno largo tra i titani del lusso /Foto

28 settembre 2015 | 09.41
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La passerella di Francesco Scognamiglio per la primavera-estate 2016. Lo stilista partenopeo ha annunciato una collezione di alta moda che presenterà il prossimo anno a Parigi
La passerella di Francesco Scognamiglio per la primavera-estate 2016. Lo stilista partenopeo ha annunciato una collezione di alta moda che presenterà il prossimo anno a Parigi

Piccoli lo sono solo di nome, perché di fatto i nuovi nomi del Made in Italy, di cui fanno parte anche molti talenti emergenti, stanno guadagnandosi il loro posto al sole nel patinato mondo della moda. Vetrina d'eccezione le passerelle di Milano Moda Donna - che oggi chiude i battenti - dove da qualche stagione i brand di piccole e medie dimensioni stanno cercando di farsi largo tra i titani del lusso. Etichette giovani come Gabriele Colangelo e Arthur Arbesser, entrambi vincitori di 'Who is On Next?', uno degli scouting più prestigiosi per i giovani talenti nella moda (promosso da Vogue Italia e AltaRoma), stanno conquistando la scena nazionale e internazionale, quasi oscurando le grandi griffe nell'ambiziosa impresa di disegnare una nuova geografia della moda.

Se Colangelo (vincitore di 'Who is On Next?' nel 2008) ha un suo marchio e oggi è alle redini di Giada, etichetta fondata da Rosanna Daolio nel 2001 e dal 2005 in mano al gruppo cinese RedStone, non è da meno il viennese Arthur Arbesser (vincitore di 'Who is On Next?' nel 2013) che non solo lunedì presenterà la collezione della sua linea omonima sulle passerelle di Milano, ma da questa stagione è stato scelto dal patron di Iceberg, Paolo Gerani, come nuovo direttore creativo.

Non subiscono battute d'arresto anche Leitmotiv , Andrea Incontri e Alberto Zambelli, tutte griffe che trovano il plauso degli addetti ai lavori e dei mercati esteri, continuando, di stagione in stagione, a spingere sull'acceleratore della crescita.

Segnale evidente della rivoluzione che stanno silenziosamente portando avanti queste piccole realtà imprenditoriali, ritrovandosi così a svecchiare non solo i codici stilistici ma anche l'intero sistema moda, come fecero a loro tempo Elio Fiorucci e Renzo Rosso, il primo andando a caccia per il mondo di trend e stili, diventando pioniere dei 'cool hunter', il secondo sfidando i colossi del denim, riuscendo con tenacia a imporre il suo Diesel e fondare la Otb, una delle holding del lusso più importanti nel panorama mondiale, e che oggi controlla i marchi di moda Maison Margiela, Viktor & Rolf, Marni e Staff International.

Da Francesco Scognamiglio a Cristiano Burani, fino a Marco De Vincenzo e Chicca Lualdi, in un mondo che si muove velocemente, e dove l'innovazione e lo stravolgimento dei tradizionali codici estetici è il nuovo modus operandi del fashion -vedi Alessandro Michele da Gucci ( GUARDA FOTOGALLERY )- anche il Made in Italy sembra cambiare faccia. Da Napoli, dove è nato e si è formato, di strada ne ha fatta Francesco Scognamiglio (GUARDA FOTOGALLERY).

Dai primi passi mossi negli atelier di Versace, fino agli abiti disegnati per Madonna e Lady Gaga, in occasione della sua collezione per la primavera-estate 2016, presentata qualche giorno fa a Milano, il designer ha annunciato che sbarcherà presto a Parigi, dove il prossimo anno debutterà sulle passerelle della haute couture con una collezione di alta moda, grazie al tandem con l'imprenditore malese Johann Young.

Spesso succede che i piccoli brand e soprattutto gli stilisti emergenti vengano presi sotto l'ala di griffe storiche, che gli permettono di avere quella visibilità nazionale e internazionale che altrimenti non avrebbero. E' il caso di Vivetta e Daizy Shely, entrambe protégé di Giorgio Armani (GUARDA LA FOTOGALLERY) .

La prima, al secolo Vivetta Ponti, quest'anno alla sua seconda prova sulle passerelle milanesi, era stata scelta da Re Giorgio lo scorso anno per presentare la sua collezione nell'Armani Teatro. Non proprio una neofita del fashion, però, visto che i suoi colletti a forma di mani e le sue chemise ricamate erano già venduti nella boutique parigina Colette, ma grazie all'aiuto di Armani, il suo brand è stato proiettato nell'olimpo della moda italiana.

E' stata invece la prima volta sulla pedana meneghina per l'israeliana Daizy Shely, classe 1985, che dopo aver vinto il concorso 'Who is On Next?' lo scorso anno e aver sfilato ad AltaRoma, ha presentato sabato scorso la sua collezione omonima in via Bergognone 59, sede dell'Armani Teatro. Tra i più promettenti brand del sistema moda spiccano i nomi di Alberto Zambelli, che da quando ha debuttato lo scorso anno a Milano Moda Donna, sta conquistando non solo i mercati giapponesi e cinesi, ma anche quello italiano e di Leitmotiv , (GUARDA LA FOTOGALLERY) marchio capitanato dal duo Juan Caro e Fabio Sasso, alla terza prova milanese, che si stanno espandendo non solo nei confini nazionali, ma anche sui mercati statunitensi e orientali.

Accanto a loro, ci sono poi quei brand che mostrano segnali positivi come Chicca Lualdi , (GUARDA LA FOTOGALLERY) che dopo aver vinto il premio 'Giovani Imprenditori della Moda' della Camera Nazionale della Moda Italiana nel 2009, ha trovato una vetrina d'eccezione nei mercati internazionali, da quello francese a quello giapponese, avendo anche il compito di aprire la fashion week milanese.

Una voce fuori dal coro è invece quella di Cristiano Burani, che dallo scorso marzo, dopo la passerella milanese, ha puntato dritto alla conquista dei mercati asiatici, sfilando a Pechino in occasione della Mercedes-Benz China Fashion Week, con un occhio attento al mercato statunitense.

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