Furla si attrezza per una eventuale Ipo, "siamo sempre più pronti" afferma il ceo Eraldo Poletto: "ma la decisione spetta agli azionisti". Lo spiega in occasione dell'annuncio del rinnovo, anticipato rispetto alla scadenza naturale, del contratto di licenza per la produzione e distribuzione di occhiali con De Rigo Vision. La società di pelletteria con sede a Bologna e un nuovo building a Milano, palazzo Ricordi, che è l'headquarter milanese, intanto cresce a doppia cifra e chiude il primo semestre dell'anno a 151,5 milioni di euro (fatturato). E si prepara a chiudere l'anno con la medesima crescita. "L'auspicio - sottolinea l'ad - è di un +30% anche a fine anno". D'altra parte, le dieci settimane che mancano alla chiusura per Furla contengono l''Holiday season', dal Natale al Thanksgiving (26 novembre). "Ce la giochiamo tutta" assicura Poletto .
Intanto la società, che si struttura per essere sempre più un "lifestyle brand", sta per lanciare anche una collezione di orologi - "a breve" dice l'ad - e anche di profumi. In questo senso "siamo sulla buona strada, ci stiamo lavorando", sottolinea Poletto, evidenziando la difficoltà di creare un'essenza, nella consapevolezza che "la fragranza è capace di rendere il marchio immortale". Entro il prossimo anno verrà anche lanciato il servizio "su misura", proprio come un luxury brand.
A chi gli domanda come viene finanziata la crescita, "siamo una società autofinanziata - spiega - e non abbiamo debiti". Per quotazione a Piazza Affari: "siamo un'azienda che sta diventando sempre più pronta per decidere di farlo" assicura Poletto facendo riferimento al fatto che già a fine anno verranno adottati i principi contabili internazionali, gli Ias ( International Accounting Standards)". Di fatto, questo è il concetto, Furla agisce già come se fosse una società 'quotanda', perché "questo crea disciplina" evidenzia l'ad. "Andare in Borsa è una cosa seria: ci sono investitori che scommettono su di te. E' una questione di rispetto e trasparenza". E comunque, in definitiva, "si tratta di una decisione degli azionisti e non mia". E nel caso di una quotazione, quale sarebbe la piazza prescelta? "Conta poco dove uno lo fa, tanto comperano i fondi americani" chiosa.