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Jeans, spalline XL e lamé, da Saint Laurent è Vaccarello show

29 settembre 2016 | 15.15
LETTURA: 4 minuti

Tre proposte della prima collezione di Vaccarello da Saint Laurent
Tre proposte della prima collezione di Vaccarello da Saint Laurent

Lo scandalo, l'irriverenza, l'esibizione. Il tutto condito con la giusta dose di rock 'n roll. I codici stilistici di Saint Laurent ci sono tutti nella prima collezione firmata Anthony Vaccarello, creativo belga che ha raccolto il testimone di Hedi Slimane al timone della storica maison francese. Per il primo dei debutti più attesi alla Paris Fashion Week (dopo quello di Bouchra Jarrar da Lanvin, domani sarà la volta di Maria Grazia Chiuri da Dior, ndr), Vaccarello fa sfilare spalline over, maniche a palloncino, fiumi di lamé e trasparenze.

A fare la parte del leone il nero e lo smoking maschile, quasi a sottolineare una ritrovata continuità con l'heritage del maestro di Orano. Vaccarello sdogana il jeans, lo abbina a bustier a cuore e top in pelle, introduce la canottiera bianca e l'animalier black and white. Ma soprattutto, rispolvera in passerellal'iconico logo YSL.

Non solo il maxi logo campeggia su décolleté in vernice, spille e orecchini, ma accoglie anche gli ospiti nel cortile dell'ex abbazia in rue de Bellechasse, quartier generale della maison, appeso su un'enorme gru illuminata con i colori della bandiera francese. Quelle tre lettere stilizzate nel 1961 da Adolphe Mouron Cassandre, tanto amate dalla clientela più bourgeois quanto demonizzate dall'edonista Slimane, riecheggiano oggi come una sorta di omaggio al lavoro di Monsieur.

E' il Vaccarello show, dove la 'party girl, crazy girl' intonata da Michelle Gurevich nel nuovo spot girato a bordo Senna, con Anja Rubik a fare da musa, è protagonista assoluta delle notti parigine. Quasi a voler chiudere il cerchio con gli stilemi heroin chic imposti da Slimane, Vaccarello si lascia trasportare delle immagini care al fondatore della griffe, come fossero istantanee del passato, flashback. Ecco farsi largo lo stile immaginifico e gli abiti di seconda mano di Paloma Picasso che tanto ispirarono Monsieur per la collezione 'Scandal' del 1972.

Quell'immagine, riproposta da Vaccarello in chiave 80s, racconta di una donna decisa, dallo stile individuale ed essenziale. Eccessiva e stravagante, classica e disarmante. L'egeria di Saint Laurent svetta su tacchi a spillo, scopre il seno, coltiva il gusto per il kitsch. Punto di partenza della collezione un abito con le maniche extralarge proveniente dagli archivi, dal quale Vaccarello è partito per scrivere un nuovo capitolo nella storia della maison. Anche il tuxedo maschile, reso immortale negli scatti di Helmut Newton, fa da leitmotiv alla collezione, ma è destrutturato diventando ora abito, ora gilet.

E se è vero che il debutto di Vaccarello non tradisce le aspettative, con capi squisitamente contemporary ed energici, nei tagli audaci degli abiti bustier, nei drappeggi e nel nude look è possibile leggere, in filigrana, quello che Monsieur amava sopra ogni cosa. Far flirtare le convenzioni bourgeois con il bad taste. E in questo, Vaccarello, è maestro.

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