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Dubai sposa il made in Italy, nasce la collezione Nemozena /Foto

15 febbraio 2017 | 18.57
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Collezione Gallery, Nemozena
Collezione Gallery, Nemozena

Un marchio che nasce a Dubai, dove ha sede la società che lo concepito, ma che in realtà non ha una connotazione geografica: è worldwide per come è pensato sia dal punto di vista dello stile, sia da quello della logistica e della commercializzazione. E che rappresenta anche una piccola rivoluzione per l'artigianato made in Italy. Che finalmente arriva ad interpretare un ruolo da protagonista nel fashion system, con tanto di nome e cognome. Pubblico, ufficiale, riconoscibile. (FOTO)

Si chiama Nemozena e sta per debuttare online su www.nemozena.com dal 28 febbraio con la prima collezione. Sarà un ponte tra Oriente e Occidente, un nuovo linguaggio, pronto ad essere apprezzato dalle donne di tutto il mondo e da differenti bacini culturali, con le sue linee pulite, sobrie e con un altissimo tasso di artigianalità e qualità dei tessuti. Uno stile che va oltre le mode del momento seppur rispondente alla velocità richiesta oggi dal mercato.

Ogni tre mesi una nuova collezione. Nessuna verrà dismessa ma andrà ad arricchire un guardaroba all'interno del quale sarà sempre possibile ritrovare il capo dal fit perfetto lanciato anche molto tempo prima. "Il marchio - racconta all'Adnkronos Patrizia Coggiola, fashion corporate strategist di Nemozena - nasce dalla volontà di una donna che vive negli Emirati Arabi. Lei è l'anima creativa e anche la fondatrice del marchio. Vuole rimanere dietro alle quinte, ma ha ideato una piattaforma per mettere in connessione i valori e ricerca sulla moda di qualità, la cosiddetta mindfull fashion, con le migliori capacità di produzioni italiane". Tutto ciò non esclude che "in un secondo e terzo livello di crescita del marchio si vadano a individuare eccellenze di produzione nel mondo, per specifiche produzioni e linee di artigianato di alta gamma. Per il momento, nel medio periodo, si è radicati sull'Italia e made in Italy".

Insomma, "viene messo in filiera tutto ciò che la moda italiana mette a disposizione: non solo il tessuto e la manifattura, ma anche tutta una serie di servizi, società di controllo della produzione, controllo qualità".

Elemento caratterizzante di questa nuova realtà è il fatto che "si sono scelte partnership di lungo corso, non solo con i consulenti, ma anche con chi produce. Questo perché, alla base dell'idea e del progetto, ci sono capsule ridotte, collezioni che vengono prodotte e messe online con una cadenza di circa ogni trimestre, con un prodotto seasonless e anche timeless. Al prodotto si vuole garantire una lunga vita ultra-stagionale, anche pensando che la cliente, una volta che identifica il prodotto e vede che le sta bene perché ha un design maturo, che non segue le tendenze della moda, può continuare ad acquistarlo".

Anche perché un po' tutte le donne hanno questa difficoltà, ritrovare un capo, magari di un altro colore, che ci sta bene e che non è più in produzione. Nemozena ha pensato a "una composizione 'modello lego', per cui ciascuna delle collezioni si va ad aggiungere a quelle precedenti per un macro guardaroba".

Ci saranno filoni di collezioni: "si parte dalla 'Gallery' che è tutta incentrata sulla stampa. Poi ci sarà la Knitwear collection che si incrocia e compone con la prima. Poi altre basate sul tema del timeless, con un lavoro splendido su linee ed eleganza intraculturale, con capi a metà tra Asia - Middle East ed Europa come linea e come tradizione, molto purificate, realizzate con tessuti meravigliosi". E per la personalizzazione ci sono gli accessori.

Intanto "si stanno creando partnership con i tessitori, produttori e fasonisti di alta gamma (Clerici Tessuto, Lamberto Losani, Cesare Martinoli solo per nominarne alcuni). Si tratta di accordi di lungo termine. ci accorgiamo che le aziende italiane sono più che contente, molto interessante a questo discorso che dà a loro una continuità, quella che in tutti i questi anni non hanno mai trovato nemmeno nelle grandi case di moda. Oggi ci sono laboratori che sanno che lavorano a una collezione e magari non alla prossima".

Invece, "tutto quel patrimonio di cartamodelli, sviluppo, continuità, partnership è salvo. I laboratori sono quelli che lavorano per le griffe, ma che consentono di avere un capo che anziché costare 3000 euro viene venduto a 700 con una qualità molto alta".

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