Corsetto, vestaglia a nude look per Daizy Shely. Questi gli elementi principali di una collezione, quella portata in scena dalla giovane stilista israeliana, scelta nel 2015 da Giorgio Armani tra i talenti emergenti che hanno sfilato nel suo Teatro di via Bergognone. Una donna che flirta con la sua sessualità senza temere di metterla in mostra (seno in evidenza in più d'una uscita) e che confonde il guardaroba tra giorno e notte. Austeri pantaloni a vita alta di taglio maschile vengono indossati sotto vestaglie impalpabili e sensuali in fil coupé con dévoré di velluto e lurex, ispirate agli anni ’40. Babydoll ultra-femminili, rubati alla lingerie, spuntano sotto cappotti classici in lana oppure bomber da aviatore col colletto in marabù.
La tuta nera porta sul corpetto dettagli che ricordano i revers di un blazer maschile. La gonna è a vita alta con spacco vertiginoso e si abbina a un corsetto. Le gorgiere, le piccole ruches che ornano le giacchine e gli abiti, i volant, i colori pastello che ricorrono nella collezione.
Il cappotto casual, in lana grossa intrecciata diventa più sofisticato con il collo in piume di marabù; l’abitino di pizzo chantilly celeste polvere è ‘sporcato’ da un nastro nero vagamente sadomaso; al pizzo sangallo classico è stato aggiunto del filo di lurex che lo rende più invernale. La giacchina corta che sembra di montone è in realtà fatta di piume di struzzo arricciate. Completano calze a rete a maglia oversize e i cappellini neri austeri.
