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Ragazza uccisa a Palermo, il fidanzato: "Si è data fuoco da sola"

26 gennaio 2021 | 13.25
LETTURA: 3 minuti

Il 19enne, arrestato per l'omicidio di Roberta Siragusa, lo ha detto agli investigatori. Davanti al pm: "non l'ho uccisa". Nel provvedimento di fermo si legge che il giovane ha rilasciato "versioni discordanti" sulla vicenda e c'è il "pericolo di fuga". Slittata l'autopsia della 17enne

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Roberta dopo una lite si è data fuoco con una bottiglia di benzina". Lo ha detto agli investigatori Pietro Morreale, il ragazzo di 19 anni arrestato per l'omicidio della fidanzata, Roberta Siragusa di 17 anni. "A seguito dell'evento - scrive il pm nel provvedimento di fermo - l'indagato tentava dapprima di spegnere le fiamme e soccorrere la fidanzata ma poi sveniva. Ancora sotto choc abbandonava il cadavere nel luogo del rinvenimento e faceva ritorno a casa dove attendeva il risveglio dei genitori ai quali forniva la versione dei fatti".

"Non l'ho uccisa". Questa è l'unica frase pronunciata dal 19enne davanti al pm. Poi il silenzio. "La ricostruzione dei fatti" fornita dal giovane "contrasta totalmente con quanto accertato durante le indagini effettuate fino ad ora", scrive il pm. La difesa del giovane ha chiesto l'incidente probatorio. Per questo motivo è slittata l'autopsia sul corpo della ragazza. Si deciderà nelle prossime ore quando sarà fatto l'esame autoptico.

Il 19enne la mattina di domenica ha detto alla madre della giovane di avere lasciato la figlia davanti al portone alle 2.15 di sabato notte. La stessa cosa ha detto al fratello di lei, Dario. I genitori di Roberta fecero chiamare da un vicino di casa il fidanzato della figlia ma lui disse di non sapere dove fosse. In realtà dopo poco il ragazzo si è presentato in caserma con il padre per indicare il luogo del ritrovamento del cadavere. Ma dando versioni contrastanti e confuse.

Pietro Morreale ha rilasciato "versioni discordanti" sulla vicenda, scrive la Procura di Termini Imerese nel provvedimento di fermo. Tra i motivi del fermo il "pericolo di fuga". "Quanto al presupposto del pericolo di fuga si ritiene - scrive il pm - che le circostanze e segnatamente le versioni discordanti rilasciate dall'indagato e il rilevante tempo trascorso tra il momento dell'eventi e la chiamata effettuata alle forze dell'ordine dimostrano l'intenzione di Morreale di crearsi artatamente una versione dei fatti verosimile e di rallentare i soccorsi e l'attività di indagine della Procura".

Per la Procura di Termini Imerese (Palermo) sono "decisive" le immagini "estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza" per la firma del provvedimento di fermo . Lo scrivono i pm nel provvedimento. In particolare una telecamera di una abitazione in contrada San Rocco che "conduce al luogo del rinvenimento", unica "via di accesso di Caccamo". "Dalla visione dei filmati - scrive il pm - è stato accertato che la Fiat Punto di Morreale è transitata per due volte lungo la strada. Precisamente i video mostrano la Fiat Punto effettuare un primo passaggio verso il luogo del ritrovamento del cadavere alle 2.37 per poi ritornare alle 2.43. Successivamente si nota un secondo passaggio della medesima auto alle 3.20 con rientro alle 3.40". "Questa circostanza - scrive il pm - non ha trovato alcun riscontro nella versione fornita dall'indagato".

Proseguono in ogni caso gli accertamenti sull'omicidio , scrivono i pm . "In queste ore si conducono ulteriori accertamenti - scrivono i magistrati - che potrebbero condurre alla ricostruzione precisa della vicenda così dimostrando la piena colpevolezza dell'indagato".

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