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Alimenti: a mangiare sano si impara a scuola, progetto mensa 10 e lode

18 febbraio 2014 | 13.09
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Roma, 18 feb. (Adnkronos Salute) - Il lavoro di sensibilizzazione al diritto al cibo e di educazione a una sana e corretta alimentazione parte dai banchi di scuola. Prodotti sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale; cibi sani, locali e di stagione, preferibilmente biologici; zero sprechi; una mensa trasparente, dove bambini e genitori sono i veri protagonisti: è questa la ricetta di ActionAid per una mensa scolastica sostenibile.

In Italia il 50% dei bambini con meno di 14 anni mangia in una mensa scolastica; in media ogni studente consuma circa 2.000 pasti (dati Fipe) a mensa nel corso del ciclo scolastico obbligatorio, e vanno aggiunte le merende fornite sempre dagli istituti. A scuola si consumano 380 milioni di pasti ogni anno, oltre 2 milioni di pasti al giorno, con un fatturato pari a 1,3 miliardi di euro l'anno (dati Rapporto annuale Fipe-Angem 2011) e sono 15 le maggiori aziende che forniscono circa la metà dei pasti nelle mense di tutta Italia (dati Bio Bank). "Iniziare a parlare di sostenibilità partendo proprio dalle scuole - spiega Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid - significa costruire una generazione di consumatori consapevoli, che decideranno di alimentarsi in modo sano e allo stesso tempo saranno più attivi nel promuovere un sistema di produzione e distribuzione del cibo più giusto. In Italia assistiamo a segnali positivi: le mense scolastiche biologiche sono aumentate in 5 anni di circa il 50%, ma rimangono forti disuguaglianze tra Nord e Sud Italia".

Per ActionAid consumo consapevole significa anche riduzione degli sprechi e dei rifiuti: secondo alcune rilevazioni a cura di Nomisma/Pentapolis del 2013, circa il 10% dei pasti serviti nelle mense scolastiche (circa 87mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l'85% è totalmente sprecato. Ridurre lo spreco gioca quindi un ruolo fondamentale verso l'utilizzo di cibi di qualità. Nelle mense, infatti, il costo della componente 'cibo' è circa un terzo del totale di un pasto, che in media costa 4 euro e 50 centesimi. Per contenere l'aumento di prezzo che l'introduzione di cibi bio può comportare - suggerisce Action Aid - si possono ridurre sprechi e costi energetici, cioè le altre componenti che fanno il prezzo totale di un pasto.

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