Via libera alla fecondazione assistita eterologa per due coppia che avevano presentato ricorso prima della sentenza della Corte costituzionale. Il Tribunale di Bologna, in due ordinanze firmate dal giudice Antonio Costanzo, ha riconosciuto il diritto ad accedere alla tecnica di fecondazione, il cui divieto era stato cancellato dalla Consulta ad aprile. Nelle ordinanze, datate 14 agosto, si chiarisce che non c'è alcun vuoto normativo che impedisca di procedere in base alle regole della medicina e alle norme in vigore.
I ricorsi erano stati presentati circa tre anni fa, contro il Sismer di Bologna, che non aveva accolto la richiesta di eterologa fatta dalla coppia perché vietata dalla legge 40 e contro la Tecnobios, per le stesse ragioni. Dopo la sentenza della Corte costituzionale il ricorso presentato dai due team di avvocati - Filomena Gallo e Gianni Baldini in un caso e Massimo Clara, Marilisa D'Amico, Mariapaola Costantini e Sebastino Papandrea nell'altro - il magistrato ha valutato il mutamento radicale del quadro normativo, considerando che "è venuto meno l'ostacolo dell'accoglimento della domanda", e autorizza così le due coppie ad accedere all'eterologa.
"La Corte costituzionale - si legge nelle ordinanze - ha avuto cura nel ribadire che quella di tipo eterologo è una specie di tecnica appartenente allo stesso genere (la procreazione medicalmente assistita) delle altre, di tipo omologo: dunque, va anch’essa ricondotta al quadro normativo delineato dalla l. 19 febbraio 2004, n. 40". Inoltre il giudice ha ritenuto " infondata l’eccezione di inammissibilità relativa al paventato 'vuoto normativo', la Corte costituzionale, poi "è stata chiara nell’escludere (..) l’esistenza di incolmabili lacune concernenti la regolamentazione essenziale dell’accesso alla Pma con donazione di gameti, sia quanto ai presupposti che quanto agli effetti".
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