Lo indica uno studio americano realizzato dall'università di Washington, organizzazioni autorevoli sullo stesso piano di perfetti sconosciuti
I commenti che pullulano su Internet relativi a questioni di salute hanno più potere persuasivo rispetto alle campagne di informazione e prevenzione pubbliche. Lo indica uno studio americano realizzato dall'università di Washington e pubblicato sul Journal of Advertising da tre specialisti di psicologia e comportamento dei consumatori Ioannis Kareklas, Darrel Muehling e Weber TJ.
Gli studiosi hanno misurato l'impatto dei commenti - che seguono gli articoli delle rubriche di sanità online di siti di giornali o reti sociali - sulle opinioni e i comportamenti delle persone rispetto alle vaccinazioni. Per farlo hanno arruolato 129 volontari per visionare spot tv immaginati e realizzati per l'occasione ma facendo loro credere che il primo (a favore della vaccinazione) era sponsorizzato dal Centro americano per il controllo delle malattie (Cdc) e il secondo (anti vaccinazione) dal Consiglio americano per l'informazione sul vaccino. La diffusione dei due spot era seguito da commenti "presi dal Web", sia negativi che positivi, senza alcuna informazione sugli autori. Quando i volontari hanno dovuto esprimere la propria opinione hanno dato lo stesso peso agli spot e ai commenti. In pratica si fidavano allo stesso modo dell'organismo autorevole come di persone sconosciute.
Quando poi i ricercatori hanno spiegato che i commenti erano sati scritti da uno studente di lettere, da un lobbysta specialista in sanità e da un medico infettivologo i volontari hanno giudicato il commento del medico come più convincente dello spot. Insomma, quando l'autore di un commento su Internet è considerato affidabile ha un impatto superiore rispetto al classico spot proposto dagli organismi sanitari preposti.
