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Expo: Veronesi papà Carta Milano, è l'eredità della città e la firmerò

29 aprile 2015 | 17.11
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Lo scienziato ammonisce: "L'Esposizione non sia solo una grande abbuffata con buon cibo e grandi chef"

SCIAKY/INFOPHOTO - INFOPHOTO
SCIAKY/INFOPHOTO - INFOPHOTO

"La Carta di Milano per Expo l'ho lanciata io 6 anni fa ai tempi di Letizia Moratti sindaco. Ci ho lavorato 2 anni, quindi credo che la firmerò", anche se "confesso di non averla ancora letta" dopo che ieri il documento è stato lanciato online, disponibile a chiunque lo voglia sottoscrivere. A ricordare l'intento della Carta è Umberto Veronesi, fondatore dell'Istituto europeo di oncologia del capoluogo lombardo e anima del movimento internazionale 'Science for Peace', nato per lottare contro la guerra e le ingiustizie della Terra. Fame compresa.

"L'Expo non deve solo essere una grande abbuffata con dei bravi chef e dei buoni cibi", ammonisce lo scienziato, a margine della presentazione all'Ieo di un test del sangue per la diagnosi ultraprecoce del tumore al polmone. "Tutto questo va benissimo, ma vorremmo qualcosa di più" ed è questo lo spirito della Carta di Milano: "L'obiettivo è lasciare un'eredità", spiega Veronesi. "Ho ritenuto che un'operazione di questa entità, come Expo, dovesse avere un lascito producendo qualcosa di concreto. La Carta dovrebbe essere proprio questo: un testamento che noi lasciamo in eredità a chi domani dovrà occuparsi della lotta alla fame nel mondo".

'Pianeta fuori controllo, 1 mld muore di fame e 2 mld di troppo cibo'

L'ex ministro della Sanità, ottimista per natura ("chi ha scelto di occuparsi di cancro non può non esserlo", è da sempre il suo motto), crede che "l'Expo andrà bene e che il buon senso debba prevalere. Il vero senso di questa Esposizione Universale è come risolvere la fame nel mondo. Nutrire il pianeta vuol dire questo, metaforicamente".

"Il problema - analizza Veronesi - è cercare di individuare un progetto di collaborazione tra tutti i Paesi, in modo che insieme si riesca a trovare una soluzione o come minimo a ridurre le grandi ingiustizie della distribuzione di cibo: c'è 1 miliardo di persone che muore di fame o soffre di denutrizione - ricorda - e 2 mld che invece soffrono di iperalimentazione e hanno malattie anche mortali come diabete, obesità e tumori da sovranutrizione. Questo è assurdo, significa che oggi il nostro pianeta è fuori dal controllo dell'intelligenza e del buon senso". Che al contrario "deve prevalere".

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