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Expo: malnutrizione non solo in Sud del mondo, 33 mln a rischio in Europa

07 ottobre 2015 | 15.17
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(foto: Infophoto)
(foto: Infophoto)

La malnutrizione non riguarda solo i Paesi del Terzo mondo, ma anche quelli occidentali. Nella sola Europa sono infatti 33 milioni i cittadini definiti 'a rischio malnutrizione' dall'European Food Information Council (Eufic). "Nel Sud del mondo assistiamo a una difficoltà ad avere il cibo, mentre nelle nazioni del Nord il problema è legato ad alimenti che non garantiscono i corretti apporti nutrizionali", afferma Andrea Pezzana, specialista in nutrizione clinica all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino, oggi all'Expo di Milano per l'incontro 'Stili di vita e prevenzione della malnutrizione per difetto' organizzato dal ministero della Salute. Soffre di questa patologia il 10% della popolazione europea over 65, con picchi del 35% se le persone si trovano in case di riposo.

"Il grande specchio della malnutrizione sono la cute e gli annessi cutanei - continua Pezzana - I primi campanelli d'allarme sul nostro stato nutrizionale sono rappresentati infatti dal benessere di capelli e unghie. Altri indicatori importanti sono minore efficienza dell’attività fisica, rallentamento nell'esecuzione dei compiti quotidiani, disturbi del sonno e in generale la modificazione delle funzioni fisiologiche", oltre a una variazione del peso.

Ciascuna età della donna ha le sue peculiarità alimentari cui prestare attenzione. "Durante età fertile è frequente l'iposideremia, cioè la riduzione del livello di ferro nel plasma del sangue - continua l’esperto - La carenza è legata al ciclo mestruale ed è particolarmente frequente in chi per vari motivi ha uno stile alimentare ristretto rispetto alle proteine di origine animale". Per compensare la mancanza è necessario "non demonizzare nessun alimento, consumando anche carni rosse e uova".

Pezzana infatti consiglia la bistecca un paio di volte la settimana e le uova 2-3 volte nell’arco dei 7 giorni. "Non dobbiamo dimenticare l'importanza di una dieta bilanciata, pur senza 'medicalizzare' i nostri pasti", ricorda l'esperto. Il ferro è contenuto anche negli alimenti vegetali, "ma è meno biodisponibile", ossia l'assorbimento da parte dell'organismo è meno efficiente. "In questo caso si può ottimizzare l'apporto con la frutta secca".

Attenti poi ai falsi miti dell'osteoporosi: "Spesso si consiglia alle donne di incrementare il consumo di latte e formaggi, ma il picco di assunzione di calcio dovrebbe essere raggiunto negli anni precedenti. Inoltre, l'attività fisica ha un ruolo pari se non superiore all'alimentazione nel rallentamento dell'osteoporosi". Bisogna scegliere lo sport con accuratezza: "Il nuoto per esempio fornisce molti benefici, ma per prevenire l'osteoporosi sono migliori quelle attività che prevedono un carico sulle ossa lunghe, dove si è ancorati al terreno". Ben vengano quindi le camminate a passo veloce.

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