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Salute: 'dormiglioni del weekend' più a rischio di diabete e obesità

19 novembre 2015 | 13.22
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(Infophoto)
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Attenzione a dormire troppo durante il weekend. Secondo uno studio americano, temporeggiare sotto le lenzuola aumenta il rischio di malattie come diabete e obesità. Il lavoro, pubblicato sul 'Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism', è il primo che associa il cosiddetto 'social jet lag' a queste patologie. Diverse ricerche hanno infatti correlato la modifica degli orari sonno-veglia al rischio di attacchi di cuore, che può arrivare anche al 40%, dimostrando anche che chi lavora su più turni è più esposto a malattie metaboliche, problemi di cuore e diabete di tipo 2 rispetto a chi segue un orario regolare.

La ricerca, ripresa dai media internazionali, considera invece persone che durante la settimana hanno le stesse abitudini e si concedono qualche 'strappo' nel weekend. "Il social jet lag riguarda la mancata corrispondenza tra ritmo circadiano biologico di un individuo e gli orari di sonno socialmente imposti - spiega Patricia Wong dell'università di Pittsburgh, tra gli autori del lavoro - Tuttavia, questo è il primo studio a dimostrare che anche tra adulti sani con orari di sonno più definiti il social jet lag può condurre a problemi metabolici. Questi possono portare allo sviluppo di obesità, diabete e malattie cardiovascolari". La pigrizia domenicale, insomma, sarebbe da evitare. Meglio continuare a alzarsi alla stessa ora rispetto al resto della settimana e non fare troppo tardi la sera.

Gli scienziati hanno monitorato il sonno di 447 persone tra i 30 e i 54 anni, che lavorano fuori casa per almeno 25 ore la settimana. I volontari hanno indossato per una settimana un braccialetto che ha registrato tutti i loro movimenti, 24 ore al giorno. I ricercatori hanno poi sottoposto al campione un questionario su dieta e attività fisica. Quasi l'85% ha fatto registrare un 'midsleep', corrispondente al momento centrale del sonno, spostato più avanti nei giorni liberi rispetto a quelli lavorativi. Questo significa andare a dormire più tardi e alzarsi dopo rispetto alle proprie abitudini.

Secondo lo studio, i partecipanti che hanno un maggiore disallineamento nel ritmo sonno-veglia tra giorni liberi e lavorativi tendono ad avere problemi come alti livelli di insulina a digiuno, maggiore girovita, indice di massa corporea più elevato e sono più resistenti all'insulina rispetto a coloro che hanno un social jet lag più basso. L'associazione persiste anche tenendo conto di altre variabili come l'attività fisica e l'apporto calorico.

"Se gli studi futuri confermeranno i nostri risultati, dovremmo considerare che il lavoro moderno e gli obblighi sociali influenzano il nostro sonno e la salute - osserva Wong - Potrebbero essere vantaggiosi interventi clinici concentrati sui disturbi circadiani, educazione sul posto di lavoro per aiutare gli impiegati e le loro famiglie a prendere decisioni consapevoli sui loro programmi, e politiche per incoraggiare i datori di lavoro a considerare questi problemi", conclude l'esperta.

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