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Passione per social, app e chat è 'scritta' nei geni

23 gennaio 2017 | 20.02
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(Fotogramma)
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Sempre con lo smartphone in mano, pronti a mettere un like o chattare con qualcuno? La 'passione' per social network, app, chat e siti web tipica dei nativi digitali potrebbe essere fortemente influenzata dai nostri geni. Lo suggerisce un nuovo studio condotto da ricercatori del King's College di Londra. Un'idea nata dalla constatazione che l'utilizzo dei mezzi di comunicazione online è diverso, e anche di molto, fra le persone, giovanissimi compresi.

Lo studio, pubblicato su 'PLoS One', ha esaminato l'uso dei media online in più di 8.500 gemelli di 16 anni, coinvolti nel Twins Early Development Study (TEDS). Confrontando gemelli identici (che condividono il 100 per cento dei loro geni) e non identici (che condividono il 50 per cento dei loro geni), i ricercatori sono stati in grado di stimare il contributo relativo di geni e ambiente per spiegare le differenze nell'uso di Facebook, app, chat e altri strumenti online. Risultato: l'ereditarietà è un elemento notevole nel determinare il tempo trascorso su tutti i tipi di supporto online, da quelli per l'intrattenimento (37%) all'istruzione (34%), ai giochi online (39%) fino ai social network (2%).

Insomma, per la ricerca il grado di utilizzo di questi strumenti è fortemente legato alla genetica. Risultati che sfidano la convinzione diffusa secondo cui le persone siano passivamente esposte a questi mezzi e finiscano per abusarne, ritenendoli indispensabili. Invece l'uso dei media on line sarebbe legato a doppio filo con le proprie predisposizioni genetiche uniche (un concetto noto come correlazione gene-ambiente).

Secondo Ziada Ayorech, primo autore dello studio, "i nostri risultati contraddicono popolari teorie sugli effetti dei media sui consumatori 'indifesi'. Trovare che differenze nel Dna influenzano in modo sostanziale le interazioni con i media, mette il consumatore al posto di guida: è in grado di modificare la propria esposizione in base alle proprie esigenze".

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