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2 adolescenti su 5 fanno 'sexting', il primo messaggio hot è under 14

13 aprile 2017 | 14.30
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(Fotogramma)
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In Italia 2 adolescenti su 5 hanno fatto 'sexting' almeno una volta e il primo messaggio 'hot' viene inviato fra gli 11 e i 14 anni d'età. Un teenager su 10 ha fatto selfie intimi o senza vestiti, e il 3% pubblica queste foto sui social network. Ad accendere un faro sulla vita segreta della generazione digitale è Pepita Onlus, associazione impegnata a sensibilizzare i ragazzi sui rischi del web. I risultati dell'indagine '#soloperte. Adolescenti: usi e costumi nella solitudine del sexting' sono stati diffusi oggi a Milano, in occasione della firma di un protocollo d'intesa contro il cyberbullismo tra la Polizia di Stato e la Casa pediatrica dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco.

L'INDAGINE - I dati sono stati raccolti attraverso un questionario distribuito a un campione di 2.800 ragazzi e ragazze dagli 11 ai 17 anni, in 16 regioni italiane tra scuole, oratori e associazioni sportive. Emerge che oltre il 40% degli adolescenti ha inviato messaggi/foto/video a contenuto sessuale, e il 60% ha ricevuto questo tipo di materiale. Il 41% degli intervistati dichiara di essersi sentito a disagio qualche volta quando qualcuno lo ha guardato; al 64% è capitato almeno una volta che qualcuno facesse allusioni sessuali sul loro corpo, sui loro atteggiamenti o sulla loro persona, e al 73% è successo almeno una volta di ricevere anche senza volerlo foto o video con contenuti sessualmente espliciti e/o pornografici da amici (36%), compagni (31%) o sconosciuti (11,38%).

Il 25,42% dice di avere provato curiosità, il 24,7% indifferenza e il 21,34% disagio. Il 46,63% ha cancellato il contenuto. Alla domanda "per quali ragioni hai deciso di condividere un messaggio/video/foto a contenuto sessuale ricevuto da un'altra persona"?, il 29,5% risponde "per dimostrare di essere figo", il 23,79% "perché è divertente" e il 16,3% "per alimentare le mie relazioni". I contenuti hot viaggiano nel 67% dei casi via Whatsapp; seguono Instagram (57%) e Snapchat (43%).

L'ALLEANZA - Un'alleanza tra camici e divise contro l'emergenza cyberbullismo, che nel 2016 ha fatto registrare in Italia 235 denunce con minori vittime di reato, con 31 under 18 che si sono resi responsabili di atti che vanno dallo stalking alle molestie, alla diffusione di materiale pedopornografico. Questo il senso del protocollo d'intesa siglato oggi tra Polizia e la Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco, attiva dal 2008, in prima linea nell'assistenza alle baby-vittime del bullismo e della sua versione digitale.

La collaborazione, riferiscono i promotori, "si inserisce tra le iniziative di prevenzione messe in campo dalla Polizia di Stato e finalizzate a individuare i più efficaci strumenti di prevenzione nella lotta al cyberbullismo". Ma l'accordo punta più in alto, e cioè alla creazione di un network nazionale con Milano capitale. La firma del protocollo, si spiega, "rientra in un progetto più ampio di prossimità, che vede da un lato la Polizia Postale e delle Comunicazioni realizzare specifiche azioni di formazione per un uso corretto del web rivolte sia alle figure professionali del Fatebenefratelli che ai giovani pazienti della struttura milanese, dall'altro la Casa pediatrica Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano quale ente coordinatore di una rete nazionale composta da diversi poli regionali. Ciascun polo regionale sarà coordinato da strutture sanitarie che applicheranno il modello di cura di Casa pediatrica". L'idea è di sviluppare "un sistema capillare di intervento che potrà contare anche sul supporto scientifico delle università e coinvolgere tutte le singole comunità locali, dalle scuole alle associazioni sportive, dagli oratori alle istituzioni locali, per curare le patologie che affliggono i minori: coloro che subiscono condotte di bullismo e cyberbullismo, come pure i loro coetanei che le esercitano".

Diversi i reati ai quali si riferiscono le 235 denunce per cyberbullismo raccolte l'anno scorso in Italia: stalking (8 denunce, un minore denunciato all'autorità giudiziaria), diffamazione online (42 denunce, 11 minori denunciati), ingiurie, minacce e molestie (88, 6), furto di identità digitale su social network (70, 3), diffusione di materiale pedopornografico (27, 10).

L'accordo è stato siglato in ospedale dal direttore centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato, prefetto Roberto Sgalla, e dal direttore generale dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco, Alessandro Visconti. A tenere a battesimo l'iniziativa Paolo Picchio, padre di Carolina, prima vittima accertata di cyberbullismo in Italia. Presenti il direttore della Casa pediatrica, Luca Bernardo; Delia Campanelli, direttore dell'Ufficio scolastico della Regione Lombardia; Marco Bussetti, dirigente dell'Ufficio scolastico per l'ambito territoriale di Milano; Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus. "Da anni - ricorda il papà di Carolina - mi spendo perché le Istituzioni possano raccogliere l'eredità di mia figlia e garantire, per legge, a tutte le ragazze e ai ragazzi d'Italia le informazioni e i supporti adeguati per un uso sano e consapevole dei nuovi strumenti digitali. La legge a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, in fase di approvazione, è proposta dalla senatrice Elena Ferrara, già insegnante di Carolina, e rimarca il ruolo della Polizia Postale e delle Comunicazioni non solo in termini di sicurezza, ma anche in chiave formativa".

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