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Cade tabù protesi al pene a Cuba, il chirurgo è italiano

26 aprile 2017 | 17.24
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Gabriele Antonini - Adnkronos
Gabriele Antonini - Adnkronos

Un passo storico per la medicina a Cuba. A L'Havana nella Clinica Central 'Cira Garcia' è stato impiantato un dispositivo medico di ultima generazione: la protesi peniena idraulica tricomponente. La 'firma' su questo intervento è tutta italiana, il chirurgo che ha effettuato due operazioni è il ricercatore universitario Gabriele Antonini dell'Università Sapienza di Roma. "Il governo ha sviluppato un servizio di 'medicina turistica' per tutti quei pazienti che provengono da altre nazioni che vogliono avvalersi delle alte competenze e della perfetta organizzazione del sistema sanitario dell'isola- spiega all'Adnkronos Antonini - Per me è un privilegio ed un onore partecipare a questo progetto che trasformerà questo Paese nel centro di riferimento mondiale per la cura del benessere sessuale maschile".

Ma quali saranno i costi e i benefici di questo centro? "Cuba permette di poter mantenere calmierati i costi a tutto vantaggio dei pazienti - risponde il medico - Questa è una chirurgia fortemente risolutiva per i problemi di deficit erettile organici come nel caso del diabete o per i pazienti che hanno avuto una chirurgia della prostata o del colon retto post malattia oncologica".

"I medici cubani sono tra i più preparati al mondo – aggiunge Antonini - e Cuba da sempre ha sviluppato un servizio sanitario di altissimo livello. Sono uno dei pochi urologi al mondo ad effettuare questa tecnica mini invasiva e questo mi ha dato grande visibilità nel Latino America. Oggigiorno con la globalizzazione e la possibilità di connettere tramite la rete milioni di persone ho avvertito forte la necessità di capire se potevamo sviluppare una collaborazione dall'altra parte del globo. Volevo trovare la possibilità di creare un centro di riferimento vicino alla cultura latina".

Ma che tipo di protesi peniena è 'sbarcata' a Cuba? "È un dispositivo idraulico formato da tre componenti – ricorda Antonini - due cilindri, un piccolo serbatoio ed un meccanismo di attivazione totalmente invisibili perché sono impiantati all'interno dei corpi cavernosi del pene. Va a sostituire il meccanismo idraulico fisiologico dell'erezione con un meccanismo che utilizza soluzione fisiologica al posto del sangue. Si utilizza un accesso chirurgico mini-invasivo di appena due centimetri alla base del pene che permette di eseguire l'impianto".

L'obiettivo di Antonini va oltre la 'fredda' chirurgia, ma riguarda l'umanizzazione delle cure, la solidarietà e l'insegnamento. "Con i colleghi urologi cubani abbiamo creato un centro medico per il benessere sessuale maschile che crediamo possa diventare nel tempo un riferimento internazionale per tutti i problemi legati alla sessualità – evidenzia il medico - La mia è una missione umanitaria sarò impegnato ad insegnare ed a formare chirurgicamente i colleghi sulla tecnica mini invasiva di impianto di protesi peniena. I pazienti arrivano da tutte le parti del mondo e vengono assistiti durante tutta la loro permanenza. Il problema viene inquadrato clinicamente e risolto con le terapie mediche più avanzate. Quando queste non trovano l’indicazione viene proposta la soluzione chirurgica che in circa 20 minuti con l’impianto di un dispositivo invisibile ad occhio nudo permette a qualsiasi uomo di qualsiasi età di avere una nuova giovinezza sessuale".

Quando si pensa ad un progetto di così alta specializzazione e competenza, in grado di cambiare completamente e per sempre la qualità della vita di centinaia di migliaia di uomini provenienti da tutto il mondo, "si può solo pensare di realizzarlo a Cuba. Sono più di cinquant'anni che questo Paese – sottolinea Antonini - mette a disposizione dei popoli in difficoltà, affetti da emergenze sanitarie, tutta la sua capacità medica, chirurgica, infermieristica, umana, e tutta la sua tradizione medico-sanitaria di grande qualità. Lo fa e lo ha sempre fatto come nessun altro Paese al mondo".

Cuba è stata la prima ad essere in prima linea contro l'ebola inviando il maggior contingente di medici ed infermieri ed è rimasto in prima linea anche quando i media hanno smesso di parlarne. Dopo il terremoto di Haiti, Cuba ha dato a tutto il mondo una "lezione d'amore, di preparazione medica e solidarietà, inviando il contingente medico e paramedico più numeroso che da solo ha curato più del 40% dei feriti - ricorda il medico italiano - Nel 2005 dopo il terremoto del Kashmir 2400 medici e paramedici in Pakistan hanno curato il 70% dei feriti lasciando in dote 32 ospedali da campo e 1000 borse di studio mediche".

Questo 'internazionalismo medico' cubano, iniziato nel 1963 con la prima spedizione medica in Algeria, basato su una grande competenza ed una 'filosofia di popolo' rivolta al sostegno verso chi ha bisogno, ha permesso di salvare di milioni di vite in 108 Paesi nel mondo, non solo curando ma insegnando ad i medici locali le tecniche di intervento. Attualmente circa 50 mila professionisti, preparati e motivati, sono presenti in 67 Paesi nel mondo contribuendo in modo determinante ad elevare gli standard qualitativi.

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