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#fermiamolabalena

'Blue Whale', ecco il numero per chiedere aiuto

30 maggio 2017 | 16.03
LETTURA: 3 minuti

(FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
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Il 'Blue Whale Challenge' (o la Balena Blu) minaccia anche i giovani italiani. Sono già 250 le segnalazioni e gli interventi raccolti in pochi giorni dalla chat #fermiamolabalena nata dalla collaborazione tra la Casa pediatrica dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, l'Osservatorio nazionale adolescenza e l'associazione Pepita Onlus. Il punto è stato fatto oggi al Fatebenefratelli, in occasione dell'accordo contro il cyberbullismo siglato tra la Casa pediatrica, il Comando provinciale dell'Arma dei carabinieri e l'Ufficio scolastico provinciale.

Gli hashtag #fermiamolabalena e #adessoparloio sono stati lanciati dalla campagna di sensibilizzazione: per difendersi dalla pratica che spinge a compiere atti di autolesionismo e azioni pericolose sino ad arrivare al suicidio, famiglie e ragazzi possono ricevere un aiuto concreto e qualificato via chat, su WhatsApp al numero 348.2574166.

- Autolesionismo e spinta al suicidio, cos'è il Blue Whale Challenge

Ivano Zoppi, presidente di Pepita Onlus, si rivolge anche ai media invitando a trattare con cautela e responsabilità il nuovo fenomeno: "E' importante informare - premette - ma certe notizie hanno contribuito a diffondere un allarme che ha già prodotto 250 interventi e segnalazioni alla chat #fermiamolabalena attivata in questi giorni. La corretta informazione sul caso Blue Whale non deve diventare mania", ammonisce Zoppi. Perché il sospetto è che "forse qualche ragazzo, come si legge nei recenti casi di cronaca, ha comunicato a intraprendere questo gioco proprio perché incuriosito, quindi più per emulazione che per reale disagio".

- Blue Whale Challenge, i consigli della polizia

"Noi ci siamo e siamo dalla parte dei ragazzi - aggiunge - ma dobbiamo comprendere che tutti gli educatori ogni giorno vicino ai nostri figli devono essere supportati con adeguati percorsi di formazione su questi fenomeni. La preparazione, unita alla presenza capillare delle forze dell'ordine e ai servizi socio-sanitari territoriali, può fare la differenza" nella guerra alle insidie della Rete. Gli esperti mettono in guardia contro "sfide, gruppi chiusi, sette che istigano al suicidio e plagiano le menti in evoluzione dei ragazzi".

Spesso il pericolo striscia "nel 'deep web', la parte nascosta e anonima di Internet". E se, da un lato, questi rischi "generano paura e angoscia", dall'altro possono rappresentare una tentazione perché "spingono i ragazzi adolescenti, nella fase più trasgressiva della loro esistenza, a un'ossessiva e curiosa ricerca".

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