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Non abbandonarlo, partorire in anonimato si può

30 maggio 2017 | 15.18
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(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

di Paola Lalli

Un altro neonato, forse appena partorito, è stato abbandonato in strada a Settimo Torinese. Trasportato in ospedale, è deceduto poco dopo. Meno di un mese fa a Trieste un'altra neonata è deceduta poco dopo essere stata ritrovata in un giardino condominiale.

Parto anonimo, è possibile per legge - Nella maggior parte dei casi un bambino è desiderato, cercato, ma non sempre è così. Può accadere che la gravidanza sia inaspettata, anche indesiderata, per una complessità di motivazioni. Chi sceglie di portarla fino in fondo deve sapere che è possibile, per legge, non solo partorire nell'anonimato ma anche non riconoscere il bambino e quindi lasciarlo nell’ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2). Il nome della madre, ricorda il ministero della Salute, rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto 'Nato da donna che non consente di essere nominata'. "Il diritto a rimanere una mamma segreta prevale su ogni altra considerazione o richiesta e ciò deve costituire un ulteriore elemento di sicurezza per quante dovessero decidere, aiutate da un servizio competente ed attento, a partorire nell’anonimato", sottolinea il ministero.

Adozione - L’immediata segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto, permette l’apertura di un procedimento di adottabilità e la sollecita individuazione di un’idonea coppia che lo adotti. Il neonato vede così garantito il diritto a crescere ed essere educato in famiglia e assume lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato.

Se non partorisci in ospedale - Può anche accadere che si scelga di non partorire in una struttura ospedaliera. Anche in questo caso è possibile lasciare il neonato al sicuro, senza che nessuno venga mai a sapere chi sia stato a metterlo al mondo o a portarlo lì. Si tratta di speciali culle, una versione moderna e tecnologicamente avanzata della medievale Ruota degli Esposti. In molti casi si trovano vicino agli ospedali, ma possono anche essere organizzati presso parrocchie, conventi o case generalizie. Gli sportelli che danno accesso allo spazio sono sempre aperti. Ci sono dei pulsanti accanto a queste finestre - si legge sul sito culleperlavita.it dove c'è una mappa delle culle sul suolo italiano - basta premerlo e attendere l'apertura. Una volta depositato il neonato, la finestra si chiuderà mettendolo in sicurezza. Il personale che sorveglia la culla si prenderà immediatamente cura del piccolo secondo la procedura adottata per il neonato non riconosciuto e verrà avviato il procedimento di adozione.

Da Nord a Sud ci sono circa 55 culle dove si possono lasciare i neonati. "Il parto in anonimato sta drammaticamente calando" dice Gianluigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita "ora siamo più o meno a 240 in un anno, quando il picco è stato di 400". "A fronte di una buona legge, credo che lo Stato non abbia fatto e non stia facendo abbastanza per pubblicizzare questi ottimi strumenti che le donne hanno a disposizione" aggiunge l'onorevole che durante il suo mandato ha inaugurato due culle in Sicilia, una a Palermo e una a Messina. "Strumenti - sottolinea - che potrebbero aiutare a far calare il numero degli aborti e degli abbandoni in strada". "Allora perché non avviare una campagna progresso in tv oppure dare istruzioni alle Regioni perché pubblicizzino in luoghi come le Asl o i consultori questa fondamentale opportunità che hanno a disposizione le donne a disposizione?", conclude.

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