La bellezza è una questione d'amore. Per raccontare il dramma della violenza sulle donne, Secondo Cuore Onlus presenta a Roma la Mostra di Lucia Ferrara 'Never perfect La Bellezza è una questione d'Amore'. La Mostra è allestita da oggi alle 19, presso Macro Testaccio - Spazio Factory a Roma, per raccontare le donne che non smettono di ricercare la bellezza, nonostante il passare del tempo, ma anche il dramma della violenza e i segni che può lasciare sul corpo di una donna. Le otto opere (tele di grandi dimensioni, 240 cm x 200 cm realizzate in acrilico su tela, datate 2017) raccontano lo stato d'animo delle donne che Secondo Cuore Onlus vuole sostenere.
"Già dal primo incontro sono rimasto molto colpito dalla forza e dalla profonda sensibilità di Lucia Ferrara - afferma il chirurgo plastico Giulio Basoccu, presidente di Secondo Cuore Onlus - Ho subito capito che Lucia poteva interpretare con la sua arte originalissima il dramma delle donne che portano sulla loro pelle segni causati da una violenza, da un incidente domestico o stradale, donne che sono nate con una malformazione, donne che presentano un importante inestetismo e che vorrebbero riappropriarsi della loro bellezza. Con la sua arte Ferrara ha rappresentato l'emotività delle donne che Secondo Cuore vuole sostenere, dando loro la possibilità di sottoporsi gratuitamente a interventi di chirurgia estetica per farle tornare a vivere una vita normale senza più nascondersi".
Ma le opere di Lucia Ferrara vanno oltre: la sua arte mostra la ricerca femminile di una bellezza 'immune' al tempo che passa, con il ricorso alla chirurgia estetica che può essere utile in molti casi ma in molti altri inopportuno. "Il titolo della serie artistica Never Perfect - afferma Ferrara - compare volutamente e ripetutamente sulla tela, sul corpo delle figure ritratte, come un marchio, sulle unghie, sugli strumenti chirurgici e sulle siringhe al fine di evidenziare la personale percezione dell'imperfezione. In questo contesto il legame tra l'Io e la chirurgia è evidente; quest'ultima può essere, in molti casi, un aiuto per ricucire il rapporto psicologico della propria interiorità e, di conseguenza, il dialogo dell'individuo con il mondo".
Le opere così "sono un susseguirsi di figure personali che sviluppano la mia storia - racconta l'artista - dal nascondimento interiore al mondo, alla rappresentazione cosciente del dolore, mostrando la mia identità, frutto del coraggio, della tenacia, del carattere che mi ha permesso di superare la fase dolorosa della violenza subita e repressa, riuscendo, infine, a dialogare con le persone e le cose. In un mondo artistico dove è il colore a dominare la scenografia, il mio messaggio è e sarà sempre di gioia e felicità nei confronti della vita, perché la felicità accompagna la donna quando si sente bella. La mia esperienza mi ha insegnato che la violenza è un atto materiale che l'anima non riconosce".
