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Più tristi gli adolescenti 'smartphone-maniaci'

23 gennaio 2018 | 19.50
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 SELFIE CON IL CELLULARE   - FOTOGRAMMA
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"Era meglio quando si passava il tempo a chiacchierare o a giocare a pallone". Molti genitori di adolescenti incollati a smartphone e tablet ne sono convinti, ma ora a dar loro manforte arriva uno studio della San Diego State University. I ricercatori americani hanno infatti scoperto che i teenager che passano molto tempo di fronte agli schermi, dividendosi tra pc, telefono e tablet, sono 'draghi' sui social media, usano chat e messaggini senza problemi, ma sono anche decisamente meno felici rispetto ai coetanei che passano il tempo libero a fare sport, leggere riviste e quotidiani e avere quelle che i ricercatori chiamano "interazioni faccia a faccia".

Insomma, vivere una vita filtrata da schermi e social non regala la felicità, anzi. Gli adolescenti più felici usano i device digitali per meno di un'ora al giorno. Se si supera questo limite, avvertono i ricercatori, la tristezza cresce di pari passo con il tempo trascorso incollati agli schermi.

Il team di Jean M. Twenge ha raccolto e analizzato i dati di uno studio longitudinale che ha seguito oltre un milione di teenager americani, pubblicando i risultati su 'Emotion'. E i dati sembrano destinati a far discutere. Se la 'dipendenza' dagli schermi rende più tristi i ragazzi, l'astinenza d'altra parte non si rivela un elisir assoluto di felicità. Come dicevano i latini, dunque, in medio stat virtus. "La chiave per l'uso dei media digitali e la felicità sta nell'utilizzo limitato", spiega infatti Twenge, ricordando che i ragazzi più felici usano questi device meno di un'ora al giorno.

L'obiettivo dunque dovrebbe essere quello di passare non più di due ore tra social e chat, "e di cercare piuttosto - suggerisce la ricercatrice - di aumentare il tempo passato faccia a faccia con gli amici, o impegnati a fare esercizio fisico: due attività legate a una maggiore felicità". Insomma, se almeno per gli adolescenti americani il maggior cambiamento coincide con l'impennata nell'uso dei social, tra il 2012 e il 2016, per l'esperta "l'avvento degli smartphone rappresenta la spiegazione più plausibile dell'improvviso calo del benessere psicologico dei teenager".

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